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Unicredit-Commerzbank, Ue non contraria: caso diventa politico in Germania dopo critiche di Scholz

Pubblicato 24.09.2024, 17:28
© Reuters.  Unicredit-Commerzbank, Ue non contraria: caso diventa politico in Germania dopo critiche di Scholz
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L'Unione Europea non ha espresso contrarietà all'operazione con cui Unicredit (BIT:CRDI) ha aumentato la propria partecipazione nella banca tedesca Commerzbank (ETR:CBKG), una quota di potenziale controllo delle seconda banca tedesca, che ha suscitato la reazione veemente del cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

"Restrizioni alle libertà fondamentali (come quelle di impresa economica ndr) sono consentite solo" se si basano su "interessi legittimi", come motivi di sicurezza pubblica o di interesse generale come la giustizia, e non su "motivi puramente economici", ha detto la portavoce per l'Economia, Veerle Nuyts, durante un incontro con la stampa lunedì a Bruxelles.

"Banche globali più grandi e diversificate andrebbero a vantaggio dell'economia dell'Ue", ha aggiunto la portavoce, pur specificando che i suoi non erano commenti su "singoli casi", come appunto l'affare Unicredit-Commerzbank.

Parole che non spengono il dibattito innescatosi, tra accuse di protezionismo economico e la difesa delle fusioni bancarie perché l'Ue sia più competiva a livello globale, e che sembra più interno alla Germania, nell'ottica della lunga campagna elettorale che la porterà alle elezioni federali del settembre 2025.

Le reazioni in Germania e in Italia alla scalata di Commerzbank

"Le acquisizioni ostili non sono una buona cosa", ha detto Scholz lunedì da New York, dove partecipa alla sessione annuale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, facendo intendere chiaramente di non gradire il passaggio di Commerzbank in mani non tedesche.

"In Europa c'è libero mercato, non capisco perché quando qualcuno viene ad acquistare in Italia si dice che siamo in un sistema europeo moderno del mercato unico, se poi un italiano acquista fuori non è più nel mercato unico", ha subito risposto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sempre dagli Stati Uniti.

Se il mondo politico e finanziario italiano concorda, quello tedesco è in subbuglio. In un lungo editoriale il quotidiano Handelsblatt ha sottolineato che lo "Stato non è solo un cattivo imprenditore, ma anche un cattivo investitore", chiosando: "Abbiamo bisogno di campioni europei e non nazionali".

È intervenuto anche il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner (liberale e parte della coalizione tra Spd, Verdi e Liberali). "Il governo federale ha sempre chiarito che Commerzbank deve essere privatizzata", ha detto Lindner all'agenzia Bloomberg specificando come l'approccio di UniCredit "abbia sconvolto molti azionisti" in Germania.

La vendita della quota pubblica di Commerzbank

Per questo motivo il "governo tedesco ha deciso di non vendere ulteriori azioni", ha ribadito Lindner.

Le autorità tedesche non sembrano disposte in effetti a lasciare una delle maggiori banche nazionali nelle mani di una società straniera. “La strategia di Commerzbank è orientata all'indipendenza. Il governo federale la sosterrà fino a nuovo ordine mantenendo la sua partecipazione”, aveva dichiarato venerdì l'agenzia federale delle Finanze.

Berlino detiene il 12 per cento della banca commerciale tedesca, dopo avere venduto il 4,5 per cento proprio a Unicredit, sebbene le autorità sostengano di avere saputo solo all'ultimo momento che gli italiani già possedevano una quota equivalente, secondo il Financial Times.

Andrea Orcel, amministratore delegato della banca italiana, ha dichiarato che le autorità tedesche erano state informate della partecipazione esistente di UniCredit, prima della seconda acquisizione.

Quale che è stata la genesi della vicenda, il vice presidente di Commerzbank, Uwe Tschaege, ha chiuso nettamente all'ipotesi che l'acquisizione vada in porto, dichiarando alla stampa davanti alla sede della banca a Francoforte: "Non la vogliamo".

Da parte loro i sindacati tedeschi si oppongono perché temono tagli di posti di lavoro e ostacolare i prestiti alle piccole e medie imprese in Germania.

''Il governo federale deve dichiarare Commerzbank parte delle infrastrutture critiche in Germania", ha auspicato il segretario federale dell'Unione dei sindacati del settore dei servizi (Ver.Di), Stefan Wittmann.

La posizione di Unicredit e il piano di acquisizione in Germania

In un comunicato la banca italiana ha dichiarato lunedì di "avere sottoscritto strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l'11,5% del capitale sociale di Commerzbank", che unitamente alla partecipazione precedente del 9 per cento, "ha raggiunto circa il 21%".

Unicredit ha precisato anche che l'operazione è soggetta all'approvazione delle autorità di regolamentazione e che già l'11 settembre è stata presentata alla Banca centrale europea un'istanza per l'acquisizione di una partecipazione superiore al 10 per cento in Commerzbank e fino al 29.9 per cent (il limite oltre cui è necessario lanciare un'Opa, ossia un'offerta pubblica di acquisto).

La banca milanese "ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore" in Commerzbank, si legge nella nota diffusa lunedì, anche "a beneficio dell'intera Germania e di tutti i suoi stakeholders".

Unicredit opera attraverso varie partecipazioni in 12 mercati Ue tra cui la Germania, dove è presente da una ventina d'anni. Secondo una classifica delle società globali (incluse banche) stilata da Forbes, la banca italiana è al 129simo posto nel mondo.

L'unica banca "europea" a figurare nella lista 2024 tra le prime dieci al mondo è la britannica Hsbc, in un top ten altrimenti divisa tra Cina e Stati Uniti.

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