Di Alessandro Albano
Investing.com - I prezzi del gas naturale in Europa si sono allontanati dai massimi storici raggiunti nei giorni scorsi sugli sviluppi delle tensioni tra Stati Uniti e Russia, dopo le affermazioni del presidente Vladimir Putin nella conferenza stampa di fine anno.
I Dutch TTF Natural Gas Future per la consegna di gennaio, considerati il benchmark europeo per questa materia prima, sono in calo del 20% a 141 euro per megawattora questo giovedì dopo aver toccato i massimi di 180 euro nella giornata di mercoledì. Ribasso anche per i prezzi statunitensi, con i future quotati sul Nymex in calo del 3,3% a 3,732 dollari.
"In generale consideriamo positiva la risposta degli Stati Uniti (alle proposte di pace inviate pochi giorni fa)" ha affermato Putin, precisando che "i partner Usa" sono pronti per avviare nuovi colloqui "ad inizio del prossimo anno a Ginevra", non facendo menzione delle pressioni militari russe al confine con l'Ucraina.
"Abbiamo messo dei nostri missili al confine con gli Stati Uniti? No. Sono stati loro a venire a casa nostra con i loro missili", ha attaccato lo 'zar' facendo riferimento all'espansione NATO nel territorio ucraino.
Il numero uno del Cremlino ha poi parlato del contesto dei prezzi dell'energia, ormai a livelli sempre più alti in Europa da quando le autorità tedesche hanno bloccato la certificazione per il gasdotto Nord Stream 2. "E' ingiusto incolpare Mosca per i prezzi in Europa", ha precisato, aggiungendo che Gazprom (MCX:GAZP) "sta rispettando tutti gli obblighi di fornitura".
La società russa del gas deve rispettare "gli obblighi previsti dagli accordi a lungo termine, prima di fornire gas ai mercati spot", ha poi sottolineato, e i paesi che hanno stretto contratti a lungo termine, come la Germania, "stanno godendo di prezzi ben inferiori".
Secondo Putin, questi Paesi hanno la possibilità "di rivendere il gas agli stati confinanti a un prezzo vantaggioso", per questo l'Europa è "responsabile dei suoi problemi" e deve "risolverli autonomamente", in quanto una parte del gas russo "viene rivenduto all'Ucraina".
Nei giorni scorsi, i Paesi europei hanno visto un rialzo 'killer' dei prezzi del gas, spinti soprattutto "dall’azzeramento dei flussi dalla Russia tramite la Polonia e la forte riduzione di quelli che transitano attraverso l’Ucraina, proprio mentre a Mosca si registrano temperature rigidissime", spiega ad investing.com Andrea Battaglia, market reporter di ICIS (società di market intelligence con sede a Londra).
La scorsa settimana, Electricite de France (PA:EDF) (la principale utility francese) ha fermato per motivi di sicurezza diverse centrali nucleari, "riducendo notevolmente la capacità disponibile prevista per il resto dell’anno e nei primi mesi del 2022", e questo fattore "interessa molto da vicino anche l’Italia". "Perché si traduce in minori importazioni di elettricità dalla Francia e, di conseguenza, potrebbe portare ad un aumento di generazione tramite le turbine a gas. Quest’ultime infatti costituiscono la principale fonte di energia elettrica nel nostro Paese", spiega l'esperto da Londra.
"Il rischio sul settore energetico rimane ancora altissimo e il mercato potrebbe vedere ulteriori rialzi nelle prossime settimane", avverte ancora ma c'è un nota positiva: con i prezzi del gas così alti in Europa "si potrebbe assistere nei prossimi mesi ad un ritorno massiccio del GNL via nave nei terminal europei grazie a migliori margini di profitto rispetto all’Asia", ma "difficilmente la forte competizione con il mercato asiatico cesserà e i costi resterebbero comunque altissimi".
Per l'analista di Investing.com Calogero Selvaggio, la Russia sta usando i flussi di gas "come leva per le tensioni politiche con l'UE". "Molti Paesi hanno cercato di compensare i rialzi (in Italia con spesa totale di 4 miliardi) ma se la situazione si aggraverà, i governi faranno sempre più fatica a compensare i costi per le famiglie".