Dopo la Bce è la volta della Fed, Powell dovrà misurare le parole delle previsioni economiche. Il tormentone del dollaro debole è infondato, è solo un effetto collaterale del rimbalzo del petrolio. La Guerra dei Dazi tra Usa e Cina diventa la battaglia di Hong Kong, che rischia di restare stritolata tra i due grandi
DOPO LAGARDE ARRIVA POWELL, MENO PARLA MEGLIO È
Dopo la Bce di Christine Lagarde, che agitando un ramoscello d’ulivo da 1.350 mld ha provato a fare pace con i mercati settimana scorsa, martedì e mercoledì tocca alla Federal Reserve di Jerome Powell, che presiederà il penultimo FOMC prima della pausa agostana. Nessuno si aspetta che la banca centrale americana metta sul piatto altri dollari, dopo aver annunciato persino gli acquisti di ETF obbligazionari per sostenere imprese e economia, ma tutti sono concentrati sulle proiezioni economiche che verranno rese note. Attenzione: notizie positive potrebbero essere indigeste per il mercato mentre un quadro ancora a tinte fosche magari piacerebbe di più. Spieghiamo meglio: se Powell dipingesse un quadro troppo roseo, di un’economia in velocissima uscita dalla recessione, il mercato potrebbe anche capire che il rubinetto dello stimolo monetario potrebbe chiudersi prima del previsto, e magari prenderla male. Un Powell troppo pessimista però potrebbe anche voler dire che le misure messe in campo finora non stanno funzionando a dovere. Meno parole spenderà Powell per spiegarsi e meglio sarà. Però i numeri li deve rendere noti. Speriamo che gli economisti della Fed usino il bilancino da farmacisti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge