Le quattro aree principali di criticità evidenziate nel rapporto riguardano il potenziale rischio di bias razziale e di genere, i problemi di privacy, la discutibile precisione della tecnologia e l’uso improprio dell’FRT
Un aggiornamento relativo all’attività di engagement intrapresa con le aziende per affrontare i rischi per i diritti umani posti dalla tecnologia di riconoscimento facciale (FRT). Lo ha pubblicato Candriam che, insieme ad altri 20 investitori, tra cui Robeco, Aviva Investors, Domini Impact Investments LLC, ha condotto un’indagine su 15 aziende coinvolte nell’FRT per capire come queste valutano, gestiscono e mitigano i rischi legati ai diritti umani.
LE QUATTRO AREE DI PRINCIPALE CRITICITA’
Le quattro aree principali di criticità evidenziate nel rapporto riguardano il potenziale rischio di bias razziale e di genere, i problemi di privacy, la discutibile precisione della tecnologia e l’uso improprio dell’FRT. La tecnologia di riconoscimento facciale si evolve ad un ritmo superiore alla relativa regolamentazione. Questo impone una maggiore sorveglianza e comprensione da parte delle aziende coinvolte in questo settore per garantire la tutela dei diritti umani...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge