Non bisogna temere una fiammata dell’inflazione, è l’opinione di AllianceBernstein, ma qualche aggiustamento di portafoglio dettato dalla prudenza è necessario per affrontare un contesto moderatamente inflazionistico
Il pacchetto di stimoli fiscali appena varato da Biden e la prospettiva di un secondo e più consistente piano di aiuti sta alimentando i timori di un possibile surriscaldamento dell’economia Usa e di un rialzo dell’inflazione. Le opinioni al riguardo sono contrastanti, tra chi ritiene che l’inflazione non rappresenti un grave motivo di apprensione, c’è AllianceBernstein, le cui previsioni sono di un aumento dei prezzi nel breve periodo, dovrebbero attestarsi al 2,1% alla fine del 2021, e di un andamento laterale successivamente. Se non c’è da temere un’impennata dell’inflazione, viene sottolineato, è opportuno tuttavia che gli investitori si preparino ad affrontare un contesto moderatamente inflazionistico e a posizionare i portafogli per beneficiare della ripresa post pandemica.
GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SULLE DIVERSE ASSET CLASS
Un’inflazione moderata, spiegano in AllianceBernstein, ha effetti positivi e positivi. Da un lato favorisce la crescita di un’impresa incrementando il suo cash flow e molte aziende, specialmente quelle legate alle materie prime, possono trasferire l’aumento dei costi sugli acquirenti, dall’altro erode i rendimenti reali degli investimenti. In termini pratici, alcuni degli investimenti che hanno prodotto ottimi risultati negli ultimi anni – le azioni growth, le obbligazioni a lunga scadenza – potrebbero rivelarsi deludenti nell’ipotesi di un ritorno dell’inflazione...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge