Werner Richli, gestore di Credit Suisse, sottolinea il ritardo accumulato e l’inadeguatezza delle dotazioni attuali, ma nell’ottica della transizione energetica è necessario investire su larga scala in nuove opere
Un decennio di investimenti inadeguati e di casse statali vuote ha determinato l’esigenza di ammodernare infrastrutture arretrate a livello mondiale. Nel contesto della svolta energetica e in base alle previsioni, la quota di rinnovabili per la produzione di elettricità passerà dal 28% a oltre il 90% entro il 2050. Se si considera che eolico e fotovoltaico sono già significativamente più economici rispetto alla generazione di elettricità con carbone o nucleare, si aprono interessanti opportunità di investimento nelle infrastrutture energetiche e nelle energie rinnovabili. Le infrastrutture quotate consentono di realizzare investimenti patrimoniali in diversi mercati e sottosettori, con possibilità di investimento nei settori delle infrastrutture di ricarica, delle reti via cavo e dello stoccaggio di energia.
RIPRESA DELLA SPESA
Lo sottolinea Werner Richli, gestore di fondi in Credit Suisse, che illustra le opportunità che questo settore offre agli investitori. A livello globale è in atto una ripresa della spesa per infrastrutture dopo decenni di ritardi che si ripercuotono anche sullo sviluppo economico. Già nel 2017, il Global Infrastructure Hub stimava un fabbisogno globale di investimenti annuali necessari pari a 94.000 miliardi di dollari al 2040. I Paesi con scarso margine di bilancio dipendono dagli investitori privati per la fornitura di elettricità e acqua, per trasporti e telecomunicazioni...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge