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Di Alessandro Albano e Francesco Casarella
Investing.com - Sono arrivati i (primi?) 100 milioni della controllante Cinven, ma la crisi del gruppo assicurativo Eurovita è ancora lontana dall'essere risolta. Sono ancora 400 mila i clienti che dal 6 febbraio non possono riscattare le polizze sottoscritte con il gruppo assicurativo, in attesa che il commissario straordinario Santoliquido trovi una soluzione per il rafforzamento patrimoniale della compagnia specializzata nel ramo Vita.
Nominato a fine gennaio dall'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), dopo la ritirata a sorpresa di JC Flower dall'asta per Eurovita, il commissario prosegue su due fronti: da una parte va avanti nella ricerca di un partner che possa acquisire il gruppo e iniettare quei 250 milioni necessari secondo l'IVASS per risolvere il problema del solvency ratio; dall'altra lavora ad una soluzione di sistema con l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) e altri istituti pronti a salvare la società e garantire la liquidità richiesta.
Milano-Finanza fa i nomi di banche e assicurazioni che in passato hanno distribuito le polizze Eurovita e che ora potrebbero rientrare nel piano del commissario Santoliquido: si parla di Fineco (BIT:FBK), Banca Fideuram, Credito Emiliano (BIT:EMBI), Gruppo Unipol (BIT:UNPI), Assicurazioni Generali (BIT:GASI), Poste Italiane (BIT:PST) e altri istituti minori come Sparkasse e la Popolare di Puglia e Basilicata.
In attesa di novità su questo fronte, ricordiamo che lo stop ai riscatti “dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione” resterà in vigore fino al 31 marzo, dopodichè, se non verranno trovate le risorse necessarie, IVASS potrebbe estendere il periodo di commissariamento incluso il congelamento dei riscatti, oppure mettere in liquidiazione coatta Eurovita, sebbene quest'ultima opzione non sia mai stata utilizzata per una società assicurativa in Italia.
Cosa rischiano i clienti e che cos'è la gestione separata
I titoli investiti da Eurovita sono perlopiù liquidi, quindi titoli di Stato e altre obbligazioni, per cui il rimborso per le 400 mila persone loro malgrado coinvolte in questa crisi non dovrebbe essere complicato salvo le minusvalenze per le eventuali performance negative degli stessi titoli.
Si chiama Gestione Separata perché “teoricamente” il patrimonio conferito in essa è appunto separato (appartiene agli investitori) rispetto a quello della compagnia. Ed
in effetti, questo tipo di soluzione, che dovrebbe avere una veste maggiormente assicurativa e previdenziale, è stata così anche nel caso di Eurovita.
Con una piccola differenza, in caso di liquidazione forzata, si vende a prezzo di mercato, e come sempre, sfortuna vuole che a seguito del rialzo dei tassi, il valore del patrimonio (essendo solitamente composto da obbligazioni e Titoli di Stato) sia calato parecchio nell’ultimo anno.
In ogni caso, le Gestioni Separate a parte questo caso isolato, rappresentano diversi vantaggi per i risparmiatori, tra cui il rendimento composto (ogni anno il risultato è acquisito, di conseguenza si calcolano gli interessi sugli interessi) e la fiscalità agevolata (gli interessi essendoci una componente in titoli di stato è tassata al 12.5% anziché al 26% per la maggior parte).
Infine, in tema successorio, la polizza di Ramo I è considerata esente da eventuali imposte di successione (al pari dei titoli di Stato). Inoltre, in caso di successione appunto, mentre per la liquidazione del patrimonio di investimenti bisogna attendere diversi mesi (tra carte notarili ed adempimenti burocratici), per la polizza il beneficiario può direttamente fare richiesta di liquidazione (alla morte dell’assicurato) ed ottenere il riscatto solitamente entro 30 giorni.
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