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Evergrande, Tesla e OPEC: Cosa sta succedendo sui mercati

Pubblicato 04.10.2021, 13:29
Aggiornato 04.10.2021, 13:55
© Reuters
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Di Geoffrey Smith e Alessandro Albano 

Investing.com - Nuovo incontro OPEC per far fronte all'aumento della domanda globale, mentre in India i prezzi del carbone iniziano ad essere un problema. Evergrande è vicina alla cessione di un ramo d'azienda per soddisfare le obbligazioni in scadenza mentre viene sospesa dalle contrattazioni, intanto le Borse in Usa e Ue scambiano in negativo. Ecco i principali market mover di lunedì: 

1. Incontro OPEC+

L'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio si incontra con i principali alleati guidati dalla Russia per rivedere la loro politica di produzione per novembre. Fonti citate da Reuters hanno suggerito che il cartello non modificherà gli attuali livelli di produzione, in quanto prevede che l'attuale deficit di mercato (di oltre 1 milione di barili al giorno) torni a un surplus all'inizio del prossimo anno.

Il cartello ha aumentato la produzione di 400.000 barili al giorno fino a quando i tagli alla produzione di emergenza del 2020 non saranno completamente invertiti. I futures sul greggio USA sono in calo dello 0,7% a $75,84, mentre il Brent è in rialzo dello 0,1% a $79,34.

2. Evergrande

Evergrande (HK:3333) e la controllata Evergrande Property Services (HK:6666) sono state sospese dalle contrattazioni di Hong Kong in attesa di un"importante transazione" che riguarderebbe il ramo di servizi immobiliari. Secondo il notiziario finanziario cinese Cailian, ad essere interessata al ramo di Evergrande è Hopson Development Holdings (HK:0754), la quale ha avviato i lavori per l'acquisizione del 51% della società per una cifra superiore ai 5 miliardi.

La cessione rientra nel piano della società di aumentare la liquidità disponibile per i rimborsi delle obbligazioni scadute la scorsa settimana, le quali hanno 30 giorni per essere saldate prima di scadere nell'insolvenza. Inoltre, sulla testa del colosso cinese ci sono altri $260 milioni di titoli con scadenza odierna, ma con finestra di rimborso di soli cinque giorni. 

3. Borse e futures 

I mercati azionari statunitensi apriranno in ribasso suggerendo che il rally di venerdì sulla nuova pillola di Merck (NYSE:MRK) non ha avuto un effetto a lungo termine per i principali indici. I futures indicano il Dow Jones in rosso di 113 punti, lo S&P 500 in ribasso di 19 punti, e il Nasdaq 100 in calo di 93 punti. 

In Europa, il DAX perde lo 0,2%, il CAC 40 cede lo 0,15%, mentre FTSE 100 e FTSE MIB scambiano poco sotto la parità. 

4. India in crisi energetica

Dopo Europa, Regno Unito e Cina, anche l'India è sull'orlo della crisi energetica, tra una domanda di energia che ha superato di molto i livelli pre-pandemici e le forniture di combustibili fossili (la principale risorsa del Paese) che non riescono a tenere il passo. 

Le riaperture post-Covid e il ritorno alle attività hanno spinto la richiesta di energia delle industrie del 20% in più rispetto al 2019 causando uno shock dal lato dell'offerta, ed in particolare di quella del carbone, che rappresenta il 66% del fabbisogno energetico indiano, con la riserve delle centrali che si sono ridotte del 75%.

"Prevediamo che la crisi dell'offerta continui", hanno affermato gli esperti di S&P CRISIL in una nota, "con il settore non energetico che deve affrontare le conseguenze maggiori in quanto le importazioni rimangono l'unica opzione per soddisfare la domanda, ma a costi crescenti".

5. Per Tesla non c'è crisi chip

Tesla (NASDAQ:TSLA) ha superato con enfasi il problema che ha perseguitato l'intero settore automobilistico nel terzo trimestre, consegnando 241.000 auto tra luglio e settembre, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2020 e oltre le indicazioni dell'azienda. In risposta, le azioni Tesla sono aumentate del 2,6% nel premarket.

I numeri di Tesla arrivano in contesto di crisi globale di semiconduttori, e nonostante le auto di Tesla incorporino molti più chip rispetto a quelle delle case automobilistiche tradizionali (un punto sollevato da Cathie Wood) come General Motors Company (NYSE:GM) la cui produzione è diminuita del 33% nel terzo trimestre.

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