Di Alessandro Albano
Investing.com - L'inflazione all'8,6% è troppo. Per questo la Federal Reserve ha deciso di aumentare i tassi d'interesse di 75 punti base portando il target ad un intervallo di 1,5%-1,75%, una decisione che non veniva presa da 28 anni.
Inoltre, continua in parallelo la riduzione del bilancio federale che, a seguito dei programmi di stimolo messi in moto dopo la crisi del 2008, ha raggiunto 9.000 miliardi di dollari.
"L'attività economica - si legge nel comunicato della banca - sembra essersi ripresa dopo il rallentamento nel primo trimestre. I guadagni di posti di lavoro sono stati robusti negli ultimi mesi e il tasso di disoccupazione è rimasto basso".
L'inflazione, tuttavia, "rimane elevata, riflettendo gli squilibri di domanda e offerta legati alla pandemia, l'aumento dei prezzi dell'energia e le più ampie pressioni sui prezzi". L'invasione e gli eventi correlati stanno creando "un'ulteriore pressione al rialzo sull'inflazione e stanno pesando sull'attività economica globale", avverte ancora la Fed, che punta il dito contro i lockdown in Cina e le conseguenze sulle catene di approvvigionamento.
Per raggiungere l'obiettivo d'inflazione del 2%, si legge ancora, il FOMC ritiene "appropriati continui aumenti dell'intervallo obiettivo".
La banca centrale guidata da Jerome Powell ha poi pubblicato i nuovi dot plot, cioè le indicazioni dei singoli membri del Fomc circa il percorso futuro dei fed fuinds. La maggiori parte dei banchieri vede un target dei tassi compreso tra il 3,25% e il 3,5% entro la fine del 2022, mentre per il 2023 il target è previsto tra il 3,5% e il 3,75%.
Per quanto riguarda l'inflazione, misurata attraverso l'indice PCE, la stima mediana prevede un tasso del 4,3% alla fine di quest'anno e del 2,7% per il 2023, con PIL 2022 visto in rallentamento al +1,7% rispetto alla stima del +2,8% di marzo.
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