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Investing.com -- Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, non esclude ulteriori rialzi dei tassi entro la fine dell’anno. All’interno del Board “in 7 si sono schierati per nessun rialzo da qui a fine anno mentre in 12 hanno sostenuto un ulteriore rialtro rialzo entro la fine del 2023”, Powell risponde così ai giornalisti che gli chiedono che clima si respirasse durante la riunione del Fomc. In sostanza, il numero uno della Fed ha detto che la decisione presa dai banchieri americani il 20 settembre potrebbe essere solo una pausa momentanea lungo la strada per riportare l’inflazione al 2%.
Le parole di Jerome Powell arrivano subito dopo l’annuncio di una pausa nel rialzo dei tassi di interesse Usa. Al termine della riunione del 20 settembre, il Federal Open Market Committee della Banca centrale americana ha deciso di mettere in pausa i rialzi dei tassi d’interesse, lasciandoli invariati in una forchetta compresa fra il 5,25% e il 5,50%.
Nella scorsa riunione del 26 luglio la Federal Reserve aveva alzato i tassi di interesse americani di 25 punti base, portando il costo del denaro ai massimi da 22 anni negli Stati Uniti.
Fino ad ora la Fed ha alzato i tassi di interesse 11 volte a cominciare dal 16 marzo 2022, giorno in cui la banca centrale aveva deciso di portare il tasso di riferimento da 0,25% a 0,50%. Una politica di stretta monetaria intrapresa per rispondere alla crescita dell’inflazione.
Un percorso lungo che adesso "permette di agire dopo aver valutato i dati". In particolare, spiega Powell, anche se la direzione è quella giusta, “il mercato del lavoro deve ammorbidirsi”. I membri della Fomc, prosegue, “vogliono vedere maggiori evidenze ed essere sicuri prima di decidere, servono più di 3 mesi di dati buoni sull’inflazione.”
Secondo Powell anche se da qui a fine anno si dovessero ritoccare i tassi con un altro rialzo, questo non avrebbe grandi effetti sull’economia. “Noi utilizziamo i dati e quando guardiamo indietro vediamo che un anno fa abbiamo agito rapidamente per alzare i tassi, ora invece siamo abbastanza vicini a dove vogliamo essere. Dobbiamo arrivare in una posizione in cui sappiamo che il nostro approccio ci permette di raggiungere i nostri obiettivi, un livello di confidenza che non abbiamo ancora raggiunto”.
E proprio la resistenza dell’economia, che presenta dati oltre le aspettative nonostante la stretta monetaria, “è la ragione principale per cui è necessario fare di più”, aggiunge il presidente della Federal Reserve.
Una forza quella dell’economia americana, che ha portato i membri della Fed ad aggiornare le prospettive economiche future. La crescita di quest'anno, infatti, è stata nettamente rivista al rialzo al 2,1%, più del doppio rispetto al tasso dell'1% previsto nella riunione di giugno, mentre le previsioni di crescita per il 2024 sono state alzate all'1,5% dall'1,1% precedente.
Il timore adesso, è che un’economia così in salute porterà la Fed a rivedere al rialzo anche l’inasprimento della politica monetaria.
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