Con la guerra in Ucraina, Generali (MI:GASI) Investments segnala un rischio stagflazione. Occhi puntati sulla riunione di giovedì della Bce mentre la Fed dovrebbe comunque iniziare a rialzare i tassi
L’escalation degli attacchi russi in Ucraina e l’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia ha spinto gli investitori ad evitare le attività a rischio e a prediligere i beni rifugio. Infatti, mentre le azioni europee hanno corretto di oltre il 10% e gli spread creditizi hanno registrato un ampliamento, si è assistito ad una brusca discesa dei rendimenti dei titoli di Stato, con i Bund a 10 anni di nuovo in territorio negativo. A livello valutario, l’euro si è indebolito sia rispetto al dollaro, con il cambio EUR/USD sceso sotto 1,10, e sia nei confronti del franco svizzero con il fixing EUR/CHF che ha raggiunto la parità per la prima volta dall’inizio del 2015.
SCARSITÀ DI FONTI ENERGETICHE, GRANO, ALLUMINIO E CARBONE
“A preoccupare non è soltanto la scarsità di fonti energetiche – con il prezzo del Brent sui 130 dollari USA al barile – ma anche della sensibile contrazione dell’offerta di grano, alluminio e carbone, i cui prezzi salgono sulla scia del rischio crescente di interruzioni della catena di approvvigionamento, dato che le aziende russe sono tagliate fuori dal circuito finanziario e il traffico merci è ridotto”, fa sapere Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge