Al momento non c’è la necessità di rinunciare al rischio di credito. Rimane improbabile un inasprimento aggressivo delle politiche delle banche centrali
Si stanno creando i presupposti di un ridimensionamento della politica di accomodamento delle banche centrali dei mercati sviluppati, ma l’inasprimento sarà progressivo e non dovrebbe mettere a repentaglio la ripresa. È anche improbabile che l’inflazione incida in misura significativa sugli utili societari perché le aziende riusciranno a trasferire i maggiori costi sui consumatori. Alcuni investitori obbligazionari potrebbero volersi coprire se aumenta la volatilità, ma trarrebbero più vantaggio da una posizione corta di duration in USA che da una rinuncia al rischio di credito. Se Fed e altre Banche Centrali dovessero diventare più aggressive, forse i mercati del rischio ne risentirebbero, ma a giudicare dall’ultimo FOMC non sembra probabile.
DA MONITORARE FED, BCE E CINA
Sono le conclusioni del Bond Bulletin Settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, che sottolinea come i mercati del rischio abbiano mostrato una buona tenuta e illustra i motivi per cui questa situazione potrebbe perdurare, esaminando i segmenti in cui si scorgono opportunità nel reddito fisso. Negli ultimi tempi le dichiarazioni di alcune Banche Centrali, dal Canada all’Australia, hanno provocato volatilità nei mercati dei tassi. Ma le Banche Centrali da monitorare restano la Fed, la Bce e la Banca Popolare Cinese. Quest’ultima non dovrebbe cambiare politica a breve, mentre la BCE ha smentito le aspettative di rialzi dei tassi nel 2022, anche se sottovoce...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge