Investing.com - Dalla due giorni del FOMC, che si concluderà nella serata europea di mercoledì 4 maggio, ci si aspetta che la Fed annunci un aumento dei tassi di 50 punti base e l’avvio della riduzione delle dimensioni del bilancio, vale a dire il quantitative tightening, a partire da giugno.
Di fronte a un'inflazione che continua a sorprendere al rialzo, la Fed deve recuperare il tempo perduto e agire rapidamente e con forza. L'alta incertezza su futuri shock inflazionistici, legati all'aumento dei prezzi di energia e materie prime, rende difficili le previsioni, ma è probabile si mantenga alta la volatilità sui mercati dei tassi di interesse.
La Fed è rimasta indietro
Sono le principali indicazioni di Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz (ETR:ALVG) Global Investors, sull’esito della prossima riunione del FOMC e le reazioni del mercato, che osserva come la banca centrale guidata da Jay Powell finora si sia mossa senza fretta, ma ora, visti gli ultimi dati sull’inflazione USA, si è rafforzata la sensazione che sia rimasta indietro nel percorso di normalizzazione monetaria. Per questo, secondo Dixmier, è arrivato per la Fed il momento di agire in modo rapido e deciso.
Una sensazione secondo Dixmier rafforzata dal recente ‘mea culpa’ dello stesso Powell e da commenti decisamente da ‘falchi’ di diversi membri del Federal Open Market Committee, che lasciano pochi dubbi sul fatto che a conclusione della riunione del 3-4 maggio la Fed annuncerà un aumento dei tassi di 50 punti base e la partenza da giugno della riduzione del proprio bilancio gonfiato da due anni di acquisti di titoli, che avverrà smettendo di reinvestire man mano che i bond in portafoglio verranno a scadenza, vale a dire il cosiddetto Quantitative Tightening.
Assicurare il "soft lending"
In ogni caso, prosegue l’analisi dell’esperto di ALlianzGI, la Fed dovrà anche stare attenta ad assicurare un ‘atterraggio morbido’ a un’economia che mostra segni di rallentamento, come evidenzia il dato con il segno meno del PIL del primo trimestre, pur se accompagnato da consumi robusti delle famiglie, mantenendo l’attuale dinamica positiva del mercato del lavoro.
La Fed ha davanti una duplice sfida: da un lato l’alta inflazione, dall’altro un’economia che potrebbe entrare in recessione nell’arco di 12-18 mesi. In questo trade-off tra garantire la stabilità dei prezzi e il rischio potenziale di una brusca frenata dell’economia, secondo Dixmier difficilmente la Fed sacrificherà la crescita
Almeno questo è l’esito su cui stanno scommettendo i mercati. Le attese sui tassi a breve si sono adattate alla prospettiva di tre rialzi da mezzo punto ciascuno nelle prossime tre riunioni del FOMC, ma Dixmier nota che le aspettative di inflazione a medio-lungo termine restano comunque ben sopra il livello-obiettivo del 2% indicato dalla stessa Fed. Evidentemente per i mercati non è un obiettivo realistico, a meno che l’economia non entri in recessione.
Per cui un approccio pragmatico, con la Fed pronta a fermarsi nel ciclo di rialzi dei tassi per evitare di pesare troppo sull’economia, resta un difficile esercizio di equilibrio. L’altro grado di incertezza sui future schock inflazionistici, legati in particolare a energia e materie prime, rende l’esercizio previsionale difficile, sottolinea in conclusione Dixmier, e probabilmente manterrà elevata la volatilità sul mercato dei tassi di interesse. Powell dovrebbe cercare di non contraddire le attese del mercato e al contempo insistere sulla flessibilità richiesta per conseguire la stabilità dei prezzi.
Questo articolo è stato scritto in esclusiva da Financialounge.com per Investing.com. Ogni settimana, "Market View" propone interviste originali con case d'investimento sui temi centrali di mercato che verranno riportate esclusivamente sul nostro sito. Non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento