L’ipotesi che possa scattare un salvataggio forzoso di uno Stato, con tutte le conseguenze su spread, banche e BTP, per ora non è presa sul serio dai mercati. Ma la materia che si sta maneggiando è esplosiva
Per ora è una tempesta mediatica, che lascia i mercati finanziari spettatori abbastanza indifferenti. La riforma dell’ European Stability Mechanism, noto come Esm (Mes in italiano), sta tenendo banco da qualche giorno in prima pagina in Italia, in Europa, ed è perfino sbarcata su quelle del NY Times. E’ una riforma auspicata da molti, anche perché viene vista come un passo avanti in direzione dell’Unione Bancaria e del Mercato Unico dei Capitali, due pilastri senza i quali la cattedrale dell’Unione Europea e della moneta unica resta un edificio incompiuto. Ma quando si è cominciato a entrare nei dettagli, dopo le aperture della Germania che fino a poco fa aveva eretto un muro contro ogni ipotesi di tutela comune dei depositi bancari, è successo il finimondo.
IL PRIMO CAPITALO DEL DRAMMA SCRITTO DAL MINISTRO TEDESCO SCHOLZ
Un finimondo mediatico e politico, va sottolineato, ma nessun impatto sui mercati. Lo spread rimane dove stava, un po’ altino ma niente di drammatico, i titoli bancari che tengono sui massimi recenti, soprattutto quelli italiani. Perché un finimondo? Il primo capitolo del dramma lo ha scritto il ministro delle Finanze Tedesco Scholz, che ha aperto la porta all’Unione Bancaria solo per avvelenare la discussione con l’idea di mettere dei paletti ai portafogli di titoli di Stato detenuti dalle banche a seconda della loro rischiosità. Un modo per chiamare in causa l’Italia, ma anche la Francia, visto che quest’estate il debito di Parigi ha superato per dimensione, anche se non in termini di rapporto con il Pil, quello italiano...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge