La corsa al ribasso dei prezzi e i dazi in arrivo dagli Stati Uniti il 18 ottobre rischiano di mandare in crisi il primo produttore mondiale di olio d'oliva, la Spagna. Sulla spinta della concorrenza europea, il prezzo è già quasi dimezzato, secondo i coltivatori, che giovedì hanno protestato a Madrid.
"Trump vuole imporci dei dazi del 25%. Con quel prezzo non possiamo competere sul mercato. Rischia di mandare in rovina le piantagioni tradizionali andaluse", dice un manifestante.
Gran parte degli agricoltori è arrivata dalla regione di Jaen, nel sud della Spagna, che con il suo 'mare di ulivi' è candidata al patrimonio Unesco, ma l'economia del distretto è a rischio. Il sindaco del comune di Porcuna, Muguel Moreno, spiega: "I dazi imposti da Trump, un miliardo di euro all'anno per i prodotti spagnoli, sono un peso troppo grande".
Anche se per la Spagna e l'Italia il contraccolpo dei dazi sarà inferiore rispetto ad altri Paesi europei, le tariffe saranno più concentrate e a farne le spese sarà soprattutto l'agroalimentare. "Se gli Stati Uniti non vogliono raggiungere un accordo, naturalmente prenderemo misure a livello europeo. Ma c'è ancora un po' di tempo per provare a raggiungere un compromesso e spero che la saggezza prevalga al tavolo dei negoziati", ha detto il ministro francese della finanza, Bruno Le Maire.