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Tim: il raider Bollorè, il cavaliere bianco Kkr e il ruolo di Draghi

Pubblicato 29.11.2021, 09:23
Aggiornato 29.11.2021, 08:40
© Reuters.  Tim: il raider Bollorè, il cavaliere bianco Kkr e il ruolo di Draghi

I tentativi di incursione del Corsaro Bretone Bollorè su Mediaset (MI:MFEM) e Telecom avevano una logica industriale, che l’arrivo di Kkr potrebbe rilanciare in chiave di mercato. La regia di Draghi sembra garantire l’investitore

Da vent’anni e passa l’investimento in Telecom Italia (MI:TLIT) non è stato un buon affare, a parte i capitani coraggiosi sponsorizzati nel 1999 dall’allora premier D’Alema che se la portarono a casa con un’Opa monstre tutta a debito da 100.000 miliardi di vecchie lire per rivenderla con lauta plusvalenza un paio d’anni dopo a Marco Tronchetti Provera, quando il titolo si stava già sgonfiando insieme alla bolla di Internet e qualche mese dopo avrebbe preso un’altra botta per l’onda d’urto dell’11 settembre. Per il patron di Pirelli (MI:PIRC), Telecom non era tanto un investimento quanto il gioiello della corona da ‘re senza trono’ del capitalismo italiano che pensava di aver ereditato da Gianni Agnelli da poco scomparso. Nel 2006 Tronchetti getta la spugna, con il titolo Telecom sceso a 2,5 euro dai 10 sfiorati all’apice della bolla, e arriva Telco, composta dai big della finanza italiana con il rinforzo degli spagnoli di Telefonica (MC:TEF), che pensano di fare di Telecom il pilastro del consolidamento delle telecomunicazioni europee in cui vogliono giocare da protagonisti. Arriva anche Marco Fossati, l’erede dei miliardi del Brodo Star che pensa di fare un affare comprando sotto i 2 euro e diventando il primo singolo azionista dopo Telco.

NEANCHE PER BOLLORÈ È STATO UN AFFARE

Anche per Fossati è un bagno, e alla fine getta la spugna portando a casa una pesantissima minusvalenza, come anche gli spagnoli che smettono di guardare all’Europa e puntano tutto su America Latina e Cina. A questo punto Telco liquida la partecipazione e fa capolino il protagonista dei giorni nostri, il Corsaro Bretone, che dal 2015 comincia ad accumulare fino ad arrivare a detenere circa un quarto di Telecom. Anche per lui non è un grande affare, da quando ha iniziato a comprare, Telecom perde in Borsa quasi il 70%, fino al rimbalzo sull’offerta lanciata dagli americani di Kkr. Ma perché, nonostante la performance a dir poco negativa del titolo, Telecom continua ad essere l’oggetto del desiderio? E perché il dossier occupa un posto centrale sul tavolo del premier Mario Draghi tanto da essere considerato uno dei test più importanti da quando ha preso il timone dell’Italia 10 mesi fa? Per cercare di capirlo proviamo ad allargare lo sguardo comprendendo anche l’altro target su cui ha puntato in Italia Vincent Bollorè...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge

Ultimi commenti

basta che mangiano, l'Italia può andare anche in mano agli stranieri
vediamo cosa farà draghi
draghi? e quasi tutti i partiti? i sindacati? te lo sei chiesto?
 non faranno nulla
si facevano chiamare imprenditori, cavalieri del lavoro, ladri gentiluomini, niente a che vedere con la mondezza.
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