di Valentina Za e Giuseppe Fonte e Pamela Barbaglia
ROME (Reuters) - UniCredit lavora con Goldman Sachs (NYSE:GS) e JP Morgan (NYSE:JPM) in vista dell'aggiornamento del piano strategico, secondo fonti a conoscenza del dossier, collaborazione che potrebbe allargarsi a un'operazione su Monte dei Paschi nel momento in cui ce ne fossero le condizioni.
Nonostante le resistenze sia a livello politico che sindacale, il ministero dell'Economia va avanti con la privatizzazione di Mps (MI:BMPS) in ottemperanza all'impegno assunto con l'Europa nel 2017, quando l'Italia ricapitalizzo' Siena nell'ambito di un'operazione da circa 8 miliardi di euro, compreso il coinvolgimento dei privati.
Il ministero, che la scorsa settimana ha selezionato Bank of America (NYSE:BAC) e Orrick come consulenti, detiene il 68% di Mps. La banca guidata da Jean Pierre Mustier e' vista come il candidato ideale a rilevare il Monte sebbene Banco BPM resti un'opzione sul tavolo, secondo fonti al lavoro sul dossier.
UniCredit ha sposato da tempo la linea del 'no M&A' ma, secondo alcune fonti, Mustier potrebbe prendere in considerazione un'operazione simile a quella realizzata nel 2017 da Intesa Sanpaolo (MI:ISP), che ha rilevato gli attivi di Veneto Banca e Popolare Vicenza a 1 euro, forte di un contributo statale pari a 4,8 miliardi per assorbire costi di ristrutturazione e l'impatto a capitale, con altri 1,5 miliardi stanziati a copertura di rischi futuri.
Secondo una fonte, Goldman Sachs e JPMorgan assistono Unicredit (MI:CRDI) nell'aggiornamento del business plan in programma per il secondo trimestre 2021.
Altre due fonti sottolineano che JPM e GS, tradizionalmente vicine a UniCredit, affiancheranno Mustier anche sul dossier Mps se maturassero le condizioni per un accordo.
Varie opzioni sono allo studio per la privatizzazione del Monte, compresa un'offerta pubblica di scambio che il compratore dovrebbe lanciare a garanzia di una maggiore trasparenza nella fissazione del prezzo, secondo una delle fonti.
Il principale ostacolo alla vendita di Mps sono i circa 10 miliardi di cause legali pendenti. Per superarlo il Tesoro potrebbe trasferire il cosiddetto 'petitum' ad una societa' partecipata dallo stato secondo un piano analogo a Hydra, l'operazione con cui Monte dei Paschi deconsolidera' 7,5 miliardi di crediti deteriorati.
Via XX Settembre punta ad allettare il compratore anche tramite incentivi fiscali sulle aggregazioni, tramite la conversione di imposte differite attive (Dta) in crediti d'imposta.
L'Italia ha già stanziato a bilancio 1,5 miliardi di euro per Mps, che potrebbero essere utilizzati almeno in parte per coprire un fabbisogno di capitale stimato dalle fonti in potenzialmente oltre 2 miliardi. Il Tesoro sta inoltre studiando misure per aiutare le banche a fronteggiare il nodo esuberi in caso di fusione.
(In redazione a Milano Maria Pia Quaglia)