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Trump e Johnson mandano in orbita i mercati e la sterlina

Pubblicato 13.12.2019, 09:39
Aggiornato 13.12.2019, 09:43
© Reuters.

Di Mauro Speranza

Investing.com – Ancora una giornata di forti acquisti sui mercati internazionali dopo le notizie sulla guerra commerciale e le elezioni in Gran Bretagna.

In Europa guadagnano oltre l’1% il Ftse Mib, l’Ibex 35, il Cac 40, il Dax e il Ftse 100, dopo l’ottima performance in Asia con chiusure superiori al 2% (Tokyo e Hong Kong) e all’1% (Shanghai, Shenzhen e Seul).

Il rally era iniziato ieri dopo che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva ‘twittato’ l’avvicinarsi di un accordo con la Cina, mentre si avvicina la data del 15 dicembre come dead line per l’aumento dei dazi.

Il rally era iniziato ieri dopo che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva ‘twittato’ l’avvicinarsi di un accordo con la Cina, mentre si avvicina la data del 15 dicembre come deadline per l’aumento dei dazi.

Secondo quanto scrive l’agenzia Reuters, il ministero degli esteri cinese ha affermato che Pechino è impegnata per risolvere i contrasti ma che l’accordo deve essere reciprocamente vantaggioso.

Dagli USA, Washington avrebbe dettato i suoi termini per la prima parte del cosiddetto “accordo a fasi”, offrendo di sospendere alcuni dazi sui beni di importazione cinese e di tagliarne altri, in cambio di maggiori acquisti di beni agricoli americani da parte di Pechino.

Il trionfo di Boris Johnson e il rally della sterlina

Nella notte sono arrivati risultati delle elezioni in Gran Bretagna, molto attese per il tema della Brexit.

Le urne hanno consegnato una maggioranza parlamentare dominata dal Partito Conservatore di Boris Johnson con 363 deputati nella Camera dei comuni su 650. Tracollo per il Partito Laburista con 203 eletti e 59 seggi in meno rispetto alle precedenti elezioni.

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I Tories non avevano una maggioranza così ampia in Parlamento dall'elezione di Margaret Thatcher del 1987.

Con questa netta vittoria dei Conservatori la Camera dei Comuni che ha i numeri per una rapida approvazione dell'intesa raggiunta l'ottobre scorso tra Londra e Bruxelles e quindi un’uscita del Regno Unito dall'Unione europea dal 31 gennaio prossimo.

Il Regno Unito, ha già fatto saper il premier Johnson, lascerà l'Unione europea il prossimo 31 gennaio “senza se e senza ma”.

Complimenti a Johnson sono arrivati anche da Trump, che con l’usuale tweet ha definito la sua vittoria “grande”, aggiungendo che i due paesi ora sono “liberi di arrivare ad un accordo commerciale dopo la Brexit” che “ha il potenziale di essere più grande e più vantaggioso di ogni altro patto fatto con l’Unione europea”.

I risultati hanno spinto il rally della sterlina, con uno scatto arrivato immediatamente dopo la comunicazione dei primi risultati, toccando un massimo di 1,3513 verso il dollaro, ai massimi dal maggio 2018.

Ultimi commenti

chi ha più consumatori che possono comprare ovviamente vince. Invece di aggregarsi e creare un mercato interno che posso fare da rivale alla Cina e Usa qui si dividono rimanendo soli pensando di essere ai tempi coloniali. Scozia e Irlanda del Nord che chiederanno a ripetizione l'indipendenza per evitare di crollare insieme. per quanto amici gli USA non potranno offrire quanto stava offrendo il mercato comune (le aziende americane non sposteranno mai le loro sedi in inghilterra). l'Inghilterra sarà di fatto isolata, e figuriamoci se l'Europa, che ha non ha così tanto bisogno di accedere al mercato interno dell'Inghilterra come questo ultimo invece ha, si farà mettere i piedi in testa. in questo particolare momento storico meglio non fare votare i vecchi che con la loro testa ferma nel tempo stanno rovinando il futuro dei giovani. meditate i tempi cambiano più rapidamente delle teste che invecchiano.
Bisogna votarli e dopo un po' però non vanno lasciati soli e ripudiati, come sempre accade
Ai popoli piace esser presi in giro. Vedremo...
staremo a vedere
significa che anche i mercati ritengono l unione europea fallimentare e chiunque si sganci ne festeggiano il coraggio e perseveranza
figurati... qui pensano al mes e a come imbrigliarci ancora di più. non è questa l'Europa che si voleva...
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