Di Alessandro Albano
Investing.com - La guerra lascerà un solco profondo nell'economia dell'Ucriana. Se, secondo il Fondo Monetario Internazionale, la contrazione del PIL sarà pari al 35% quest'anno, per Scope Ratings Kiev dovrà affrontare "una contrazione del 40% a causa dell'invasione della Russia", con la capacità di solvenza che "dipenderà dall'esito della guerra, dal costo finale del conflitto e dalla ricostruzione".
L'incertezza sullo stato dell'economia ucraina è enorme, scrive Dennis Shen, sovereign ratings director dell'agenzia di rating, secondo il quale la produzione aumenterà "parzialmente di circa un quinto nel 2023 mentre si attenua il conflitto nelle regioni interessate", ma rimarrà inferiore "del 30% rispetto ai livelli del 2021".
Il grave calo della produzione metterà a dura prova la sostenibilità del debito. Il rapporto debito/PIL, per l'analisi si Scope, salirà "al di sopra del 90% entro il 2027 dal 48,9% di fine 2021", ma le prospettive sul debito sono "molto più rosee" grazie alle misure del governo e "alla significativa assistenza finanziaria internazionale".
"Rispetto al forte aumento del debito durante la crisi della Crimea del 2014-15, questa volta il governo ha sostenuto la dinamica del debito attraverso controlli amministrativi mentre la Banca nazionale ucraina ha fissato il tasso di cambio limitando il deprezzamento della UAH/USD al 5% rispetto all'euro da novembre 2021", sottolinea il manager di Scope.
I fondi stanzianti dagli Stati Uniti, circa 40 miliardi di dollari, i 9 miliardi di prestiti garantiti dall'Europa, e le linee della Banca mondiale, stanno aiutando Kiev a contenere il deficit, ma resta il costo spaventoso della ricostruzione. Il governo stima la spesa in 560 miliardi di dollari per la riparazione delle infrastrutture distrutte e del capitale fisico, con deficit di bilancio stimato al 15% del PIL quest'anno rispetto 4% del 2021 e rimarrà "al di sopra del 10% tra 2023 e 2025".
"Usa e Ue hanno preso in considerazione la cooptazione di circa 300 miliardi di dollari di riserve russe congelate e persino la liquidazione dei beni degli oligarchi russi sequestrati per pagare o fungere da garanzia per il finanziamento della ricostruzione. Un precedente è il sequestro statunitense delle riserve afghane dopo l'11 settembre", precisa il direttore dei rating sovrani di Scope.
Per il debito in generale, "data la buona volontà internazionale nei confronti dell'Ucraina e le richieste di un nuovo Piano Marshall", secondo Scope le istituzioni potrebbero pensare ad "una potenziale sospensione del servizio del debito a breve termine e/o una possibile cancellazione del debito a lungo termine".
"Il fatto che gli obbligazionisti esteri sostengano la riduzione del debito dipende dalla durata della guerra, dal suo costo finale e dal grado in cui l'assistenza internazionale multilaterale e bilaterale da sola può impedire che l'onere del debito dell'Ucraina diventi un ostacolo a una ripresa sostenibile", avverte tuttavia Shen.