di Alberto Sisto e Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il giorno dopo l'avvio dell'amministrazione straordinaria per Alitalia, Intesa (MI:ISP) SanPaolo considera finito il suo compito di azionista e annuncia che farà la banca "finanziando solo piani industriali sostenibili", secondo il presidente Gian Maria Gros-Pietro.
L'istituto torinese, insieme con Unicredit (MI:CRDI), è il principale azionista italiano della ex compagnia di bandiera nell'ambito del consorzio Cai che ne detiene il 51%, mentre il restante 49% è in mano ad Etihad.
Gros-Pietro ha spiegato che Intesa "non è contenta dell'investimento" in Alitalia, fatto per "assicurare all'economia nazionale un servizio essenziale" e ha definito i tre commissari nominati ieri, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, persone "espertissime".
"Attendiamo le loro decisioni", dice.
Critiche alla guida emiratina di Alitalia arrivano dal ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda.
"L'idea di gestire la compagnia da Abu Dhabi è stata un gravissimo errore", ha detto al question time aggiungendo che spetterà ai commissari valutare eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli organi sociali di Alitalia.
Nel 2015, l'ingresso di Etihad in Alitalia è stato salutato dal'ex premier Matteo Renzi come "partnership strategica solida".
Anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio contesta il management: "Già da un anno ci sembrava che le polemiche sulle low cost o la mancanza di piani per il turismo specifici fossero delle scusanti per non vedere quello che stava succedendo".
"Non si può pensare che la mancanza di uno stanziamento di 10 milioni per una promozione turistica determini una perdita di 600 milioni mentre tutte le altre compagnie stanno guadagnando".
I commissari avvieranno le procedure per la vendita di Alitalia entro 15 giorni, ha detto Calenda auspicando un'alleanza con un'azienda del trasporto aereo. "Il problema di Alitalia è che ormai la scala, 10 volte meno di Lufthansa, è troppo piccola".
L'esecutivo ha anche concesso un prestito ponte da 600 milioni per consentire alla compagnia aerea di operare nei prossimi sei mesi.
Nei 180 giorni a loro disposizione, i commissari cercheranno di vendere l'azienda o parti di essa e di rimborsare con il ricavato i crediti di Alitalia che nel frattempo sono stati congelati.
In mancanza di acquirenti l'azienda verrebbe liquidata.
Per Calenda è prioritario vendere "l'insieme dell'azienda" per rilanciarla, piuttosto che arrivare a uno spezzatino.
"La procedura di amministrazione straordinaria consente una grande discontinuità economica... ripulisce ad esempio l'azienda da tutti i debiti", ha aggiunto.
Sulla possibilità che il debito di Alitalia non venga ripianato dallo Stato anche qualora i commissari non riuscissero a vendere, il ministro ha spiegato: "L'amministrazione funziona come per Ilva, vengono fatte le offerte che vengono considerate sotto il profilo economico, atte a pagare prima di tutto le passività in prededuzione e prima di tutto il prestito dello stato".
I sindacati saranno convocati la prossima settimana.
- Ha contribuito Giuseppe Fonte