In caso di crisi di governo, cosa potrebbe accadere sui mercati? Gli esperti ci spiegano l’attuale situazione degli asset finanziari italiani e cosa potrebbe succedere se la coalizione di governo Lega e 5Stelle dovesse saltare
In questi ultimi giorni si è riaffacciata con forza l’ipotesi di una crisi di governo Lega – 5Stelle alla luce dei tanti dissidi interni alla maggioranza, ultimo in ordine cronologico la questione del presunto finanziamento russo alla Lega finito sotto indagine della magistratura. Abbiamo coinvolto alcuni esperti per cercare di tracciare un quadro più preciso della situazione attuale in ambito finanziario, chiedendo in particolare cosa potrebbe succedere a Btp, spread e azioni italiane e quali sono i suggerimenti per chi è investito nelle diverse asset class del nostro Paese.
Ritenete che un’ipotesi di crisi di governo nei prossimi giorni o settimane sia in qualche modo già incorporata negli asset finanziari italiani?
Edoardo Ugolini, portfolio manager di Zest Asset Management e gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4: Premesso che non è nostro mestiere fare previsioni politiche, molto probabilmente un’eventuale crisi di un governo che per sua stessa ammissione è “anti europeo” e “sovranista” potrebbe essere anche ben recepita dai mercati. Ma quello che è emerso in questo anno di governo è che le regole europee vengono rispettate al di là degli annunci bellicosi del nuovo governo e che il forte legame tra banche e titoli di Stato è un deterrente importante che funziona in caso di strappi violenti. Infine bisogna notare come la politica europea sia profondamente cambiata e come l’ortodossia finanziaria perseguita nelle scorse stagioni sia ormai tramontata. Si noti come le nomine recenti abbiano un’impronta molto espansiva (Christine Lagarde alla Bce su tutti) e questo è avvenuto grazie all’antagonismo ritrovato, che è stato generato dalla nuova amministrazione Usa in primis e poi dalle recenti vicende nel Regno Unito (con il tramonto di Theresa May ) e in Italia. Adesso le priorità non sono i conti in ordine ma la crescita e l’inflazione e soprattutto la piena occupazione.
Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory e Gestione: Lo scudo sui tassi prospettato dalla Bce ha protetto i mercati finanziari negli ultimi mesi, favorendo in modo accentuato i paesi periferici; tra questi c’è l’Italia, i cui governativi presentano ancora ritorni positivi su molte scadenze, mascherando così le tensioni di natura politica. Rendimenti e spread si sono compressi in maniera significativa, il mercato azionario ha seguito il momento favorevole riavvicinandosi ai massimi. Non si può quindi dire che uno scenario di maggior incertezza sia incorporato nei valori degli asset finanziari italiani.
Cosa potrebbe succedere ai Btp (e allo spread) e alle obbligazioni societarie italiane in caso di una crisi di governo nei prossimi giorni?
Ugolini: Certamente a breve termine uno scossone dovrebbe attendersi, così come un aumento della volatilità magari lo spread potrebbe ampliarsi, ma le considerazioni di medio termine restano quelle del punto precedente.
Saitta: Venendo dalla situazione poco sopra descritta è ragionevole attendersi, nel caso in cui si concretizzasse una crisi di governo, un peggioramento temporaneo dello spread e un rialzo dei rendimenti. Saranno tanto più pronunciati quanto più questa crisi dovesse portare all’ipotesi di un esercizio provvisorio per l’impossibilità di redigere la legge di bilancio 2020, con la conseguente applicazione automatica della clausola di salvaguardia e il relativo aumento dell’Iva. Ovviamente il peggioramento del mercato obbligazionario governativo finirebbe per contagiare anche il mondo delle obbligazioni societarie a causa dell’effetto di traslazione dell’aumentato rischio Paese.
E quali sarebbero invece le ripercussioni su Piazza Affari?
Ugolini: Per Piazza Affari valgono le stesse considerazioni espresse per lo spread e per la volatilità a breve termine.
Saitta: In caso di crisi di governo l’effetto sarebbe probabilmente più pesante su Piazza Affari per tre ragioni fondamentali: la prima è rappresentata dai valori dei titoli che prezzano uno scenario particolarmente sereno e, in alcuni casi, un certo ottimismo rispetto ai deboli fondamentali generali della nostra economia. La seconda è che un aumento dei rendimenti e un peggioramento dello spread andrebbero a penalizzare in modo significativo alcuni comparti (come ad esempio i settori dei servizi pubblici regolamentati). Da ultimo, un eventuale cambio di governo metterebbe in discussione i passi acquisiti su molti temi con l’attuale assetto governativo, creando ritardi e un effetto incertezza che non è mai apprezzato dagli investitori.
Infine, quali suggerimenti vi sentite di raccomandare agli investitori che hanno in portafoglio asset finanziari italiani?
Ugolini: A scanso di equivoci noi abbiamo prediletto i Btp con vita residua più breve: certo abbiamo beneficiato meno del rialzo dei corsi dei titoli a lunga scadenza, ma abbiamo scelto di puntare più sui mercati azionari e sugli obbligazionari societari. Per quanto riguarda le azioni magari meglio puntare sull’Europa più in generale, con gli indici che includono l’Italia ma in modo frazionato: questo consente di partecipare al trend rialzista ma di ridurre l’eventuale impatto di possibili crisi politiche.
Saitta: In una logica in cui più lo scenario peggiora più diventa intensa l’azione delle banche centrali non riteniamo che quest’ultima verrà meno, lasciando gli asset finanziari in balia di se stessi. Il nostro mercato finanziario si muoverà comunque nel tracciato degli altri mercati continentali. Rimane il fatto che una temporanea fase di incertezza porterà ad un aumento della volatilità che staziona attualmente sui minimi. Gli strumenti che consentono di guadagnare su un ritorno della volatilità sono un’idea per oltrepassare con più tranquillità un eventuale breve periodo negativo dei mercati finanziari.
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge