Investing.com - La propensione al rischio torna sui mercati del Forex negli scambi europei di questo venerdì mattina, con il franco svizzero e lo yen in calo contro il dollaro ed il dollaro in discesa contro la sterlina, mentre una settimana ricca di notizie turbolente si avvia ad una chiusura relativamente tranquilla.
Alle 3:30 ET (07:30 GMT), l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute dei mercati sviluppati, si attesta a 98,078, su dello 0,1% rispetto alla chiusura di ieri negli Stati Uniti ed avviandosi a segnare un rialzo di circa lo 0,7% sulla settimana.
Gli analisti di Nordea evidenziano in una nota del mattino che la storia suggerisce che l’indice del dollaro tenderà al rialzo nell’attuale clima di timori per una recessione globale. Esempi passati di inversione della curva del rendimento USA in media hanno portato ad un rimbalzo del 3% dell’indice del dollaro nei tre mesi successivi, scrivono, per via, non da ultimo, di rialzi contro l’aussie ed il “kiwi”. Fanno notare che anche il cambio EUR/GBP tende a rafforzarsi in periodi simili.
Il dollaro segna inoltre un lieve rialzo contro lo yuan cinese, che sembra aver reagito appena ai commenti di ieri del Presidente USA Donald Trump che si aspetta una telefonata con il suo corrispettivo, Xi Jinping, “molto presto”, per appianare alcune delle divergenze sul commercio.
L’euro, nel frattempo, rimane sotto pressione dopo una settimana di dati economici in generale deboli, seguiti ieri dai commenti di Olli Rehn, membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che chiede un pacchetto “incisivo e sostanziale” di misure di allentamento per il prossimo vertice di politica monetaria della BCE a settembre. L’euro si attesta a 1,1092 dollari ed a 0,9152 contro la sterlina, avviandosi ad un crollo settimanale rispettivamente dell’1% e dell’1,7%.
Sui mercati emergenti, la lira turca continua a rafforzarsi, così come il peso messicano, sulla scia della decisione della banca centrale di tagliare il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base ieri, nell’ultima di una crescente serie di misure di allentamento adottate dalle banche centrali mondiali.