I verbali del Fomc che a fine luglio ha tagliato i tassi di un quarto di punto mostrano una Fed allineata su Powell e non impegnata a nuovi tagli, ma il mercato continua ad aspettarseli e spera nel discorso di Jackson Hole
I verbali dell’ultima riunione del Fomc, che a fine luglio ha tagliato i tassi per la prima volta dal 2008 anche se solo di un quarto di punto, hanno confermato una Federal Reserve perfettamente allineata su Jay Powell, che aveva messo le mani avanti sulla possibilità dell’avvio di un ciclo di riduzioni di costo del denaro. Il taglio di fine luglio non deve essere visto come un’indicazione che ci sia un “percorso prefissato” per tagli futuri, secondo i verbali pubblicati mercoledì 21 agosto a Wall Street ancora aperta. Quindi nessun impegno a tagli futuri, ma il mercato non sembra preoccupato; infatti la Borsa di New York non ha fatto una piega, e continua a scommettere su una nuova riduzione in arrivo con la riunione del Fomc del 17-18 settembre e spera che una conferma possa venire dall’intervento di Jay Powell al simposio delle banche centrali di Jackson Hole, in programma per le 10 di mattina americane, le 4 del pomeriggio in Europa, venerdì 23 agosto.
LA PAURA DI UN ERRORE DI COMUNICAZIONE DA PARTE DI POWELL
Oggi i futures sui Fed Fund prezzano il taglio di un quarto di punto a settembre per arrivare a una riduzione di un punto pieno di qui a un anno. Il che vorrebbe dire tassi in calo al 2,00% tra un mese e all’1,25% per agosto 2020. Sicuramente uno scenario che non piace a Donald Trump, che un punto pieno di riduzione del denaro lo vorrebbe subito, e non si stanca di twittarlo sottoponendo Powell e colleghi a un vero e proprio bombardamento. Per questo grande attenzione anche alle sfumature e alle espressioni facciali di Powell a Jackson Hole: se apre uno spiraglio sull’avvio di un vero e proprio ciclo di tagli c’è da aspettarsi che Wall Street apprezzi. Ma se invece il capo della banca centrale non dovesse segnalare un altro taglio in arrivo questo potrebbe scatenare una violenta turbolenza sul mercato azionario e obbligazionario. Almeno così la pensa Capital Economics, un centro di ricerca indipendente di Londra, che in un commento proprio su Jackson Hole ha parlato del pericolo di una “carneficina sul mercato”. Timori forse eccessivi, ma certamente il mercato non ha apprezzato sinora le modalità di comunicazione della Fed, e teme proprio un errore nella comunicazione che possa disorientare il mercato...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge