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Mercati: torna la paura di una “delusione” Powell a Jackson Hole

Pubblicato 22.08.2019, 12:28
© Reuters.

Versione originale di Laura Sánchez – traduzione a cura di Investing.com

Investing.com - I verbali dell'ultimo incontro del FOMC di ieri riflettono ancora una volta una divisione di opinione all'interno della Fed. Pur riconoscendo che l'economia statunitense ha bisogno di stimoli per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%, e confermare i rischi geopolitici che possono influenzare questa crescita (come la guerra commerciale), il rapporto riflette ancora una volta che il taglio dei tassi di luglio è stato un "aggiustamento" e non tutti sono a favore di ulteriori tagli aggressivi dei tassi, per mantenere una certa cautela.

La divisione è totale: 2 soci si sono espressi a favore di una riduzione di 50 punti base (giustificata come "una forte azione di contrasto all'inflazione che negli ultimi anni è rimasta ostinatamente bassa", evidenziano da Banca March), mentre altri non vogliono nemmeno toccare i tassi.

Questo porta l'attenzione degli investitori ancora di più sulla ‘comparsa’ del presidente della Fed Jerome Powell domani al Simposio di Jackson Hole.

"Una Fed che stava chiaramente pensando semplicemente ad un riaggiustamento a metà ciclo, come ha detto Powell il 31 luglio, ha causato un crollo dei mercati. Non vogliono dare l'impressione di iniziare un ciclo di frequenti tagli. Tuttavia, due membri hanno chiesto una riduzione di 50 punti. C'era molta divisione, la Fed non sembra avere idee chiare", dice José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets.

"Un altro fattore negativo è rappresentato dale curve dei rendimenti dei titoli a 2 e 10 anni negli Stati Uniti, invertite per la seconda volta in pochi giorni. I futures sui fondi federali, dopo tutto questo, hanno solo il 2% di probabilità di un calo di 50 punti base a settembre", aggiunge.

Link Securities osserva che "i membri hanno ritenuto che le tensioni commerciali erano più propense a peggiorare che ad essere risolte favorevolmente. A loro avviso, le tariffe imposte dagli Stati Uniti e dalla Cina sono un persistente ‘vento contrario’ alla crescita dell'economia”.

Questi esperti prevedono che "Powell confermerà le aspettative del mercato che la Fed abbasserà ancora una volta i tassi di riferimento di 25 punti base a settembre. Qualsiasi altro messaggio, soprattutto se più conservatore, sarà accolto molto negativamente dagli investitori”.

Da Link Securities sottonineano un’analisi pubblicata dal Financial Times scritta dal presidente Neel Kashkari della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, il quale "afferma che la banca centrale degli Stati Uniti non solo dovrebbe tagliare i tassi di interesse a settembre, ma anche usare lo strumento della ‘fowar guidance’. A suo avviso, la Fed dovrebbe impegnarsi a non aumentare nuovamente i tassi fino a quando l'inflazione di fondo non tornerà all'obiettivo del 2% su base duratura”.

Per questi esperti, "Kashkari è conosciuto come una delle politiche monetarie più accomodanti (dovish) della Fed, quindi le sue parole non dovrebbero sorprendere nessuno”.

In ogni caso, alcuni analisti hanno già avvertito in questi giorni il rischio di ‘delusione’, poiché il mercato potrebbe dipendere troppo dalle banche centrali. "Il mercato si aspetta, negli Stati Uniti, un taglio di ulteriori 50 punti base quest'anno e altri 50 punti base nel 2020", sottolineano da Banca March.

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