Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in calo negli scambi europei di questo venerdì, con il cessate-il-fuoco tra Israele ed Hamas che ha allentato i timori di un’interruzione delle forniture dal Medio Oriente.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 87,25 dollari al barile, in calo dello 0,15% sulla giornata.
Gli scambi si prevedono piuttosto contenuti questo venerdì, con il NYMEX abbreviato per il weekend della Festa del Ringraziamento.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Hamas e Israele stanno cercando di concretizzare il cessate-il-fuoco che è iniziato alle 9 p.m. ora locale del 21 novembre, annunciato dal Ministro per gli Affari Esteri Mohamed Amr e dal Segretario di Stato Hillary Clinton.
Il conflitto minaccia ulteriori tensioni in Medio Oriente e Nord Africa, dopo l’ondata di rivolte iniziata lo scorso anno, tra cui quella che ha quasi interamente bloccato le esportazioni dalla Libia.
I prezzi del petrolio sono saliti ieri, in seguito ai dati sull’indice PMI manifatturiero tedesco ha segnato 46,8 a novembre, in salita rispetto al 46 di ottobre, superando le previsioni di una lettura di 45,9.
L’indice PMI manifatturiero della zona euro è salito a 46,2 questo mese, dai 45,4 di ottobre, sopra il livello di una lettura di 45,6.
Nella zona euro la Cancelliera Tedesca Angela Merkel ha affermato che un accordo per sbloccare i fondi alla Grecia sarà ancora possibile nel corso del vertice di lunedì.
I dialoghi tra i ministri delle finanze della zona euro e il Fondo Monetario Internazionale si sono conclusi senza trovare un accordo su come ridurre il debito della Grecia a livelli sostenibili.
I prezzi del petrolio sono stati inoltre supportati dai dati hanno mostrato che l’indice cinese PMI di HSBC, il primo indicatore dell’attività industriale del paese, ha segnato +50,4 a novembre da una lettura di 49,5 ad ottobre.
Si è trattato del primo aumento dell’attività manifatturiera dal settembre 2011, un dato che ha allentato i timori sulla crescita della seconda economia mondiale.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stata il motore della crescita della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono stati scambiati a 110,43 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 23,16 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 87,25 dollari al barile, in calo dello 0,15% sulla giornata.
Gli scambi si prevedono piuttosto contenuti questo venerdì, con il NYMEX abbreviato per il weekend della Festa del Ringraziamento.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Hamas e Israele stanno cercando di concretizzare il cessate-il-fuoco che è iniziato alle 9 p.m. ora locale del 21 novembre, annunciato dal Ministro per gli Affari Esteri Mohamed Amr e dal Segretario di Stato Hillary Clinton.
Il conflitto minaccia ulteriori tensioni in Medio Oriente e Nord Africa, dopo l’ondata di rivolte iniziata lo scorso anno, tra cui quella che ha quasi interamente bloccato le esportazioni dalla Libia.
I prezzi del petrolio sono saliti ieri, in seguito ai dati sull’indice PMI manifatturiero tedesco ha segnato 46,8 a novembre, in salita rispetto al 46 di ottobre, superando le previsioni di una lettura di 45,9.
L’indice PMI manifatturiero della zona euro è salito a 46,2 questo mese, dai 45,4 di ottobre, sopra il livello di una lettura di 45,6.
Nella zona euro la Cancelliera Tedesca Angela Merkel ha affermato che un accordo per sbloccare i fondi alla Grecia sarà ancora possibile nel corso del vertice di lunedì.
I dialoghi tra i ministri delle finanze della zona euro e il Fondo Monetario Internazionale si sono conclusi senza trovare un accordo su come ridurre il debito della Grecia a livelli sostenibili.
I prezzi del petrolio sono stati inoltre supportati dai dati hanno mostrato che l’indice cinese PMI di HSBC, il primo indicatore dell’attività industriale del paese, ha segnato +50,4 a novembre da una lettura di 49,5 ad ottobre.
Si è trattato del primo aumento dell’attività manifatturiera dal settembre 2011, un dato che ha allentato i timori sulla crescita della seconda economia mondiale.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stata il motore della crescita della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono stati scambiati a 110,43 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 23,16 dollari al barile.