NEW YORK (Reuters) - Dollaro in lieve frenata sia nei confronti di euro sia nei confronti dello yen nonostante il mercato si stia preparando a un esito di segno restrittivo del meeting Fed, al via oggi.
Secondo le attese la riunione del Fomc si concluderà domani con l'annuncio della 'normalizzazione' del bilancio della banca centrale (attualmente superiore ai 4.000 miliardi di dollari); le previsioni indicano poi, anche alla luce degli ultimi dati economici, un nuovo rialzo dei tassi per dicembre.
L'euro/dollaro ha brevemente superato questa mattina la soglia di 1,20 (con un massimo intraday a 1,2005), che non veniva toccata da oltre una settimana, riposizionandosi poi al di sotto complici anche le ultime indiscrezione dal fronte Bce.
Il mercato guarda al possibile annuncio sulle modalità di progressiva riduzione del Qe, a partire da inizio 2018. Tuttavia, secondo quanto riportato da Reuters, all'interno del board di Francoforte ci sarebbe ancora disaccordo su come gestire il processo e parte delle decisioni potrebbero essere rimandate a dicembre.
Il biglietto verde torna a cedere qualche posizione nei confronti dello yen, dopo essere salito al massimo da fine luglio di 111,87 in mattinata, quando la valuta giapponese è sembrata pagare il momento di relativa calma - senza nuovi sviluppi quotidiani - sul fronte della crisi nordcoreana, che riduce la domanda di valute rifugio.
Da segnalare il movimento di rialzo della sterlina sui rumour riportati dalla stampa britannica, che danno il ministro degli Esteri Boris Johnson pronto a dimettersi prima del fine settimana, qualora le sue richieste sulla Brexit non siano accolte: nella lettura del mercato, alle dimissioni di Johnson viene associata una maggiore libertà per il premier May di procedere con una 'soft' Brexit.
Lo stesso Johnson ha successivamente smentito, ma il cambio sterlina/dollaro resta comunque sopra 1,35 dopo essere balzato di circa mezza figura fino a 1,3535.
Intanto l'euro si apprezza ai massimi da gennaio 2015 nei confronti del franco, a 1,1565 questa mattina, livello che non si vedeva da quando le autorità svizzere abbandonarono il tetto di apprezzamento della divisa nazionale. Il cambio si conferma nel pomeriggio sopra 1,15.
Sulla divisa elvetica continua a pesare quanto affermato dalla banca centrale, che l'ha definita ancora "sopravvalutata" (sebbene non più unica significativamente sopravvalutata) insieme, come nel caso dello yen, al minore interesse registrato in questi giorni per le valute rifugio.