MILANO (Reuters) - Accusa il colpo la carta italiana, che ragionevolmente reagisce in negativo alla doccia fredda dei dati Istat da cui emerge la stasi della crescita del terzo trimestre.
Non bastasse la delusione della statistica sul Pil, che fotografa un'economia ferma come non accadeva da oltre tre anni, sul secondario non può non pesare il parallelo appuntamento con l'offerta.
In sintonia con le attese, il collocamento a medio e lungo termine di fine mese del Tesoro certifica una nuova risalita dei rendimenti, balzati sui titoli di riferimento sia a 5 sia a 10 anni al record da oltre quattro anni.
Il ministero dell'Economia ha comunque raccolto l'importo massimo di 5,5 miliardi di euro, pur pagando sul Btp a 5 anni il tasso massimo da dicembre 2013, sul decennale il massimo da febbraio 2014.
La mattinata è stata del resto piuttosto impegnativa.
Rispetto a 296 punti base ieri sera e 295 dell'apertura, dopo una breve flessione fino a 292 la forbice tra rendimenti Btp e Bund decennali si è divaricata nuovamente fino a oltre 300 centesimi. Il movimento è avvenuto proprio in corrispondenza alla pubblicazione dei numeri Istat sul Pil, che fotografano una crescita perfettamente ferma nei tre mesi al 30 settembre.
La fiammata dello spread si è poi estesa, portando il differenziale a sfiorare i 310 centesimi.
Complici la statistica sul Pil e l'ultimo collocamento, la carta italiana si è completamente rimangiata il vantaggio messo a segno grazie al verdetto di S&P, che venerdì sera ha confermato il rating sovrano italiano limitandosi a tagliarne l'outlook da stabile a negativo.
Commentando da Delhi i dati Istat di poche ore fa, Giuseppe Conte ha appena dichiarato che la frenata congiunturale dell'economia è un indice congiunturale "previsto" e proprio per questo il governo ha varato per il 2019 una manovra espansiva, di cui non intende in alcun modo rivedere il testo -- certamente non gli obiettivi di indebitamento.