Le condizioni di estremo ipervenduto sui mercati prima di Natale, nuovi stimoli monetari in Cina e Fed più flessibile sui tassi e sul bilancio, hanno fatto rimbalzare gli indici. Ora focus sulle trimestrali
Il quarto trimestre del 2018 è stato per gli investitori uno dei più difficili degli ultimi 10 anni, cioè dalla grande crisi finanziaria del 2007-2008. Inoltre, nel mese di dicembre si è assistito ad un vera e propria accelerazione degli indici azionari al ribasso che ha portato a perdite a due cifre per l’S&P e per il Nikkei, e del 6% per l’Eurostoxx. Nelle prime due settimane del 2019, invece, ha preso corpo un buon recupero non soltanto nell’ambito dei mercati azionari ma anche in quelli delle obbligazioni societarie e del petrolio. Uno scenario nel quale anche la volatilità si è ridimensionata, come certificato dall’indice VIX (che misura la volatilità attesa di Wall Street in base alle opzioni sull’indice S&P 500), tornato sotto quota 20.
I TRE FATTORI CHE HANNO PROPIZIATO IL RIMBALZO
Secondo gli esperti di Euromobiliare Sgr i fattori che hanno determinato tale brusca inversione ad “U” di inizio gennaio sono tre. In primis, alla vigilia di Natale si erano venute a creare sulle asset class più rischiose condizioni di estremo ipervenduto. In secondo luogo, le autorità di Pechino hanno annunciato ulteriori stimoli monetari per sostenere la crescita del paese. In terzo luogo ha preso forma una netta inversione nella politica monetaria statunitense con il presidente della Federal Reserve Powell, che, dopo aver allarmato i mercati ad inizio ottobre, assumendo un orientamento marcatamente restrittivo, ha adottato nei giorni scorsi un atteggiamento più flessibile sia nell’ambito del programma di rialzo dei tassi e sia per quanto riguarda il ridimensionamento del bilancio...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Euromobiliare Asset Management