Investing.com - Il dollaro sale contro la sterlina questo mercoledì, in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di tagliare le previsioni di crescita e inflazione, ma si stacca dal massimo degli ultimi sette anni contro lo yen mentre si riducono le aspettative per le elezioni in Giappone a dicembre.
Il cambio USD/JPY si stacca dal massimo degli ultimi sette anni di giovedì di 116,10, per poi attestarsi in calo dello 0,51% a 115,19.
Lo yen stamane ha trovato supporto dopo le parole di un portavoce del governo secondo cui sarà il primo ministro a decidere quando si terranno le elezioni.
Ieri lo yen si è indebolito tra le voci che il Primo Ministro Shinzo Abe potrebbe convocare le elezioni a dicembre. Ha pesato inoltre la possibilità che il primo ministro possa posticipare l’aumento della tassa sulle vendite, in programma per ottobre del 2015.
La vittoria di Abe significherebbe il supporto alla sua politica economica e fiscale, nonché all’indebolimento dello yen.
La coppia GBP/USD scende dello 0,36% a 1,5859, dopo che la BoE ha dichiarato che l’inflazione resterà al di sotto dell’obiettivo del 2% a breve termine e scenderà sotto l’1% nei prossimi sei mesi. Secondo la banca, l’inflazione impiegherà tre anni per tornare al 2%.
La banca ha spiegato che le previsioni di inflazione si sono indebolite per via del crollo dei prezzi delle materie prime e delle prospettive pessimistiche per la crescita economica globale.
Il tasso annuo di inflazione britannico è sceso al minimo degli ultimi cinque anni dell’1,2% a settembre.
La BoE prevede ancora una crescita economica pari al 3,5% per quest’anno ma ha abbassato le previsioni per il 2015 al 2,9% dal 3,1% stimato ad agosto.
Stamane, l’Ufficio Nazionale di Statistica ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione è sceso di 20.400 unità ad ottobre, al di sotto del previsto calo di 24.900 unità.
Il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è rimasto invariato al 6,0% nel trimestre terminato a settembre, rispetto alle previsioni di una riduzione al 5,9%.
Il cambio EUR/USD è stabile a 1,2478, non lontano dal minimo degli ultimo 26 mesi di 1,2356 registrato venerdì scorso.
Nel report dell’Eurostat si legge che la produzione industriale nella zona euro è salita dello 0,6% a settembre, al di sotto del previsto aumento dell’1,0%. La produzione industriale ad agosto è scesa dell’1,4%.
Su base annua, la produzione industriale ha visto un incremento dello 0,6% a settembre rispetto allo scorso anno, contro le previsioni di una riduzione dello 0,2% e dopo essere scesa ad un tasso dello 0,5% il mese precedente.
Il dollaro è stabile contro il franco svizzero, con la coppia USD/CHF a 0,9638.
il dollaro australiano, neozelandese e canadese sono in salita, con la coppia AUD/USD su dello 0,39% a 0,8720 e il cambio NZD/USD in salita dello 0,83% a 0.7872, mentre la coppia USD/CAD scende dello 0,18% a 1,1315.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 87,59, vicino massimo degli ultimi quattro anni e mezzo di 88,31 registrato venerdì.