di Thomas Atkins e Stefano Bernabei
FRANCOFORTE/ROMA (Reuters) - Dopo aver impegnato per un anno le banche europee con l'esame approfondito dei loro bilanci, la Bce ha ora in programma un'approfondita valutazione per capire se le attività degli istituti sono sufficientemente redditizie, efficienti e ben gestite.
Per le banche che operano in mercati affollati come quelle tedesche e italiane, questa "business model review" - valutazione dei modelli di attività - potrebbe rivelarsi una prova difficile da superare, aumentando le pressioni sugli istituti più deboli a consolidarsi, rafforzare il capitale, cancellare i dividendi o modificare i loro piani industriali di sviluppo.
Le banche che godono di sponde politiche probabilmente tenteranno di opporsi a questo nuovi scrutinio, ma la pressione sull'intero settore sta crescendo di pari passo con il peggioramento delle prospettive economiche dell'area dell'euro.
"Ora che stiamo rivedendo i piani delle banche con uno shortfall, quella dei modelli di business è la questione centrale", ha detto in una intervista a Reuters Daniele Nouy, la responsabile alla Bce del Single Supervisory Mechanism (SSM) - il meccanismo di sorveglianza unico, cioè l'organismo che vigila sulle banche dell'area. [http://reut.rs/129bczf]
Nouy ha già detto alle banche di cominciare a vendere attività meno importanti in vista delle valutazioni sui modelli, spiegando che i regolatori guarderanno in primo luogo la sostenibilità dei profitti.
Il Fmi ha stimato qualche settimana fa che quasi tre quarti delle banche dell'area euro ha necessità di modificare profondamente il modello di business per riuscire ad intercettare la domanda di credito nel momento in cui l'economia ripartirà.
"Questo è un tema molto delicato. Alle banche proprio non piace ma il potere ora è in mano al regolatore, dovranno solo adattarsi a questo", dice Christian Thun, business strategist di Moody's Analytics.
Se il modello di sviluppo di una banca va fuori linea, la Bce non imporrà una sua svolta nella gestione, piuttosto metterà in evidenza le preoccupazioni e chiederà risposte.
"In certi momenti i banchieri utilizzano piani di sviluppo in cui tutto evolve per il meglio nel futuro. Noi metteremo questo alla prova ma non detteremo alle banche le soluzioni", ha detto Korbinian Ibel, un alto dirigente della vigilanza unica di Francoforte, in una conferenza di metà novembre.
Se le anomalie persistono, i regolatori hanno il diritto di richiedere capitali "add-ons", che possono rendere alcune attività esageratamente costose. Possono anche imporre pesanti obblighi di rendicontazione e perfino mandare via manager se falliscono.
"CASINI" DA GOVERNANCE NON PER CAPITALE
Nonostante il brontolare di molti banchieri, alcuni riconoscono che gli ultimi stress test, che hanno guardato solo ai bilanci, non sono stati di per sé sufficienti ad attestare la salute del settore.
"Se si pensa ai casini che sono successi in Italia sono tutti legati alla governance e alla qualità delle persone, il capitale non c'è mai entrato", ha detto un autorevole banchiere italiano.
Gli istituti italiani sono usciti dai test della Bce con due banche che, al netto delle misure correttive già adottate e certificate da Bankitalia, sono rimaste con uno shortfall netto da colmare: Monte dei Paschi che ha un deficit da 2,1 miliardi di euro e Carige che deve coprire 814 milioni di euro.
"Si tratta di una analisi preventiva della nuova vigilanza per capire con che tipo di animale ha a che fare", ha detto un secondo banchiere, sottolineando le grandi differenze tra i singoli istituti dei diversi Paesi che ricadono sotto la vigilanza unica.
L'Italia ha uno dei settori bancari meno redditizi dell'euro zona con un ritorno sull'attivo (ROA) di un misero 0,17% ma la Germania con lo 0,21% non sta molto meglio.
Con qualcosa come 1.657 banche, la Germania ha un terzo del totale europeo. Molte sono troppo piccole per generare forti profitti e le banche tedesche sono anche tra le meno efficienti: hanno un rapporto tra costi e ricavi del 73%, il più alto dell'area euro, se si esclude quello dell'Austria.
Questi deboli indicatori mostrano banche vulnerabili a crisi o recessioni, indipendentemente da quanto capitale abbiano accumulato.
La banca a controllo statale tedesca HSH Nordbank [HSH.UL], ad esempio, è sopravvissuta agli stress test grazie a garanzie governative che costano così tanto in commissioni che poi lasciano poche risorse per ristrutturare e ricostruire la base patrimoniale.
Mentre una sola banca tedesca ha fallito gli stress test della Bce, quel numero sarebbe salito a cinque se le nuove regole sul capitale che entreranno in vigore dal 2019 fossero state applicate da subito.
Riferendosi ai nuovi esami della Bce, Daniel Quinten, partner di Kpmg ed ex funzionario della banca centrale tedesca ha detto: "La Bundesbank e la Bafin (l'autorità tedesca di vigilanza sul mercato) non hanno mai fatto valutazioni così approfondite e in questa forma".
--Hanno contribuito Silvia Aloisi, Jonathan Gould, Carmel
Crimmins, John O'Donnell