di Elvira Pollina
MILANO/ROMA (Reuters) - Dopo essere tornata a crescere nei primi tre mesi dell'anno, l'economia italiana proseguirà sulla strada di una lenta ripresa nel secondo trimestre.
A dirlo è l'Istat, che nella nota di aggiornamento mensile indica per il periodo aprile-giugno una crescita congiunturale del Pil dello 0,2%, dopo +0,3% segnato nei tre mesi precedenti, confermato dai dati forniti in mattinata.
L'Italia sembra essersi dunque incanalata verso la tenue risalita attesa da governo e previsori, privati e istituzionali, che dovrebbe permetterle di lasciarsi alle spalle un triennio di recessione. Secondo Istat, al momento la crescita acquisita per quest'anno è pari allo 0,4%
DA SPACCATO PRIMO TRIMESTRE LUCI E OMBRE
Dai dati definiti della prima frazione d'anno è emersa una revisione al rialzo del Pil tendenziale, cresciuto dello 0,1%, mentre la prima lettura indicava una variazione nulla.Dal dettaglio delle componenti emergono luci e ombre.
"Siamo in uno stadio di ripresa ancora embrionale", avverte Paolo Pizzoli, economista di Ing, che sottolinea la sorpresa negativa dei consumi interni, tornati a una lieve contrazione (-0,1% rispetto al periodo ottobre-dicembre, primo calo dopo sei trimestri consecutivi di crescita).
"E' il segnale che le famiglie mantengono una certa prudenza, alla luce del fatto che nei primi tre mesi dell'anno non c'è stata una creazione di posti di lavoro", prosegue.
A ben guardare anche la crescita degli investimenti (+1,5% su trimestre), è il frutto di un forte incremento dei mezzi di trasporto (+28,5% rispetto all'ultima frazione del 2014), settore il cui peso è marginale, mentre restano in calo gli investimenti in macchinari e attrezzature (-0,9%), elemento ritenuto più significativo dagli addetti ai lavori.
Confortante invece è la ripresa degli investimenti in costruzioni (+0,5% su trimestre. "Si tratta del primo dato positivo da quasi 5 anni", puntualizza Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo (MILAN:ISP).
"I primi segnali di recupero del settore sono proprio la principale novità positiva dello scenario macroeconomico nelle ultime settimane, vista l'importanza del comparto e il fatto che la recessione nelle costruzioni dura in pratica ininterrottamente dal 2007", aggiunge l'economista.
Altro punto degno di nota, che emerge osservando il prospetto dei contributi alla crescita, è l'apporto consistente dato dalle scorte (0,5%), che sono state ricostituite dopo il forte calo del trimestre precedente.
"Se da un lato è un elemento positivo perché potrebbe stare a significare come le imprese siano ottimiste rispetto alla ripresa, dall'altro si tratta di una componente molto erratica, la cui dinamica è assai difficile da prevedere", evidenzia Pizzoli.
Al netto del contributo dei magazzini, che hanno segnato un rimbalzo pressocché speculare alla flessione registrata a fine del 2014, il Pil sarebbe stato negativo, registra Mameli.
Infine, proprio la componente che più avrebbe dovuto beneficiare del mix di fattori esogeni favorevoli, in primis della debolezza dell'euro, ovvero l'export netto, dà un contributo negativo (-0,4%).
"I numeri sono positivi, ma il quadro che emerge é disomogeneo", riassume Loredana Federico, economista di UniCredit.
L'assunto resta che, come del resto ha ribadito Bankitalia questa settimana, nel corso dell'anno la ripresa si consolidi, trimestre dopo trimestre, per garantire quell'espansione dello 0,7% attesa dal governo e in buona sostanza condivisa dai principali previsori privati e istituzionali.
"Sia la domanda nazionale (al netto delle scorte) sia la domanda estera sono attese fornire un contributo positivo", conferma Istat nella nota mensile.
- ha collaborato Antonella Cinelli
2015-05-29T112657Z_1007240001_LYNXMPEB4S0IA_RTROPTP_1_OITTP-PIL-DETTAGLIO.JPG