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Rame ancora al minimo di 6 anni, volatilità sui mercati cinesi

Pubblicato 28.07.2015, 11:07
Futures del rame scambiati ancora al minimo di 6 anni, occhi puntati sull’andamento dei mercati cinesi
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Investing.com - Il prezzo del rame sale questo martedì, ma resta vicino al minimo di sei anni della seduta precedente mentre gli investitori continuano a seguire con attenzione gli sviluppi sui volatili mercati azionari cinesi.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a settembre sale di 1,4 centesimi, o dello 0,59%, a 2,368 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea.

Ieri il rame è crollato a 2,336 dollari, un livello che non si registrava dal giugno del 2009, prima di chiudere a 2,353 dollari, con un crollo di 2,9 centesimi o dell’1,22%.

L’indice Shanghai Composite ha oscillato tra forti rialzi e ribassi questo martedì, crollando di quasi il 5% dopo l’apertura per poi tornare in territorio positivo prima della pausa di mezzogiorno e scendere nuovamente negli scambi pomeridiani, chiudendo con un crollo dell’1,7%.

La Banca Popolare cinese prima dell’apertura di stamane ha dichiarato di essere intenzionata ad agire per stabilizzare i mercati.

Ieri, l’indice Shanghai Composite è crollato dell’8,5%, il maggiore calo giornaliero dal febbraio del 2007, tra le notizie che l’acquisto di titoli e obbligazioni da parte del governo è rallentato.

I titoli azionari cinesi sono bruscamente crollati all’inizio del mese, spingendo i policymaker ad intervenire con un aumento della liquidità per calmare gli investitori.

I traders temono che il crollo dei titoli azionari possa diffondersi in altri settori economici in Cina e che la domanda del metallo industriale da parte della nazione asiatica possa subire una riduzione.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.

Sempre sul Comex, i futures dell’oro con consegna a dicembre scendono di 1,50 dollari, o dello 0,14% a 1.095,40 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a settembre sono in calo di 1,5 centesimi, o dello 0,1%, a 14,59 dollari l’oncia.

Gli investitori attendono la dichiarazione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per domani, per avere maggiori informazioni sulla tempistica dell’aumento dei tassi di interesse.

L’oro è andato sotto forte pressione alla vendita negli ultimi mesi tra le speculazioni che la Federal Reserve possa decidere di aumentare i tassi di interesse per la prima volta in nove anni già a settembre.

La possibilità di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesa sull’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,18% a 96,80 stamane, staccandosi dal minimo di ieri di 96,36.

Nelle ultime settimane, il dollaro è stato supportato dalle crescenti aspettative che la banca centrale USA possa alzare i tassi questo autunno se l’economia dovesse continuare a migliorare come previsto.

Intanto, sono in corso le trattative formali tra la Grecia ed i suoi creditori internazionali per il nuovo pacchetto di salvataggio.

Il nuovo accordo dovrà essere raggiunto entro il 20 agosto, quando la Grecia dovrà rimborsare più di 3 miliardi di euro alla Banca Centrale Europea.

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