29 settembre (Reuters) - Indici dell'area Asia-Pacifico in profondo rosso nella seduta odierna, dopo che i dati sulla redditività dell'industria cinese hanno incrementato i timori sulla fragilità del gigante asiatico. La redditività dell'industria cinese è crollata dell'8,8%, segnando il calo annuo peggiore dall'inizio delle rilevazioni nel 2011.
Male anche Wall Street con l'indice S&P 500 che ieri sera ha perso oltre il 2,5%, ai minimi da un mese, sui robusti dati sui consumi in agosto che hanno aumentato le preoccupazioni che la Fed possa aumentare i tassi in un momento di rallentamento dell'economia globale.
Particolarmente colpito il settore delle commodity con il titolo Glencore a Hong Kong in flessione di oltre il 27%, dopo il tonfo della quotata a Londra su timori per il debito.
L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,40 perde il 2,3%. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso in calo del 4,05%.
SHANGHAI flette di circa l'1,8% ma peggio fa HONG KONG che, dopo la chiusura di ieri per festività, lascia sul terreno oltre il 3% sull'ondata di vendite causate dai timori per il rallentamento dell'economia. Male Prada che perde oltre il 6%.
Sotto scacco in particolare i titoli delle commodity.
"Gli investitori sono preoccupati di un netto rallentamento in Cina ma il rischio maggiore è quello di una recessione globale, non solo in Cina", commenta Steven Leung, un manager presso UOB Kay Hian a Hong Kong. "Se guardiamo al Giappone, la sua economia non è in forma e in Europa non va meglio", ha aggiunto.
I peggiori cali a Hong Kong sono nel comparto energia con Sinopec, PetroChina e CNOOC tutti in flessione di circa il 7%.
Male anche SYDNEY, che ha chiuso in calo del 3,8% ai minimi da due anni.
In controtendenza TAIWAN che è appena sopra la parità.
Segno meno anche per MUMBAI e SEUL.
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