Investing.com - I futures dell’oro scendono al minimo della seduta negli scambi statunitensi di questo giovedì, per via dell’impennata del dollaro contro l’euro in seguito ai commenti del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi circa la possibilità di nuovi stimoli nei prossimi mesi.
L’euro crolla di quasi l’1% contro il dollaro, mentre l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,65% a 99,81, il massimo dal 3 dicembre.
Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi prevede di mantenere i tassi al livello attuale o inferiore per un periodo più lungo. Draghi ha spiegato che i rischi ribassisti sono aumentati e che la banca centrale potrebbe riconsiderare la propria posizione sulla politica monetaria in occasione del vertice di marzo.
Sempre oggi, la BCE ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al minimo storico dello 0,05%, come previsto. La banca ha inoltre lasciato invariato il tasso di deposito a -0,30% ed il tasso di prestito marginale allo 0,30%.
Gli investitori sembrano non tener conto dei dati economici USA deludenti. Secondo il Dipartimento per il Lavoro il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione la scorsa settimana è salito al massimo da aprile.
In un secondo report si legge che l’attività del settore manifatturiero nella regione di Philadelphia è diminuita per il secondo mese consecutivo a gennaio, ulteriore segnale di uno stallo della crescita nel quarto trimestre.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio scende di 10,00 dollari, o dello 0,9%, a 1.096,20 dollari l’oncia troy alle 13:55 GMT, o alle 8:55 ET.
Ieri, l’oro è schizzato a 1.109,90 dollari, il massimo dall’8 gennaio, per via del crollo del prezzo del greggio, del dollaro debole e dell’indebolimento dei titoli azionari globali che hanno fatto aumentare la domanda di investimenti rifugio.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo crollano di 22,5 centesimi, o dell’1,59% a 13,93 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata londinese.
Intanto, il prezzo del rame è in salita ma resta vicino al minimo di sette anni nei timori per la crescita economica globale.
Il rame è crollato di quasi l’8% finora quest’anno poiché gli investitori hanno venduto il metallo rosso in un clima di apprensione per un rallentamento economico in Cina. La nazione asiatica, col 45% della richiesta globale di rame, è considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.