Investing.com – L’euro è sceso contro le sue principali controparti, nei timori che l’incertezza politica in Grecia possa causare l’aggravarsi della crisi del debito nella zona euro, timori che hanno pesato sul sentimento del mercato.
Durante la tarda mattinata degli scambi europei, l’euro è sceso contro il dollaro USA, con il cambio EUR/USD in calo dello 0,21%, a 1,3020.
L’euro resta sotto pressione dopo che il principale partito Nuova Democrazia non è riuscito a creare la colazione per formare un governo in seguito alle elezioni del weekend.
Intanto continuano i dialoghi tra i leader politici nel timore che la Grecia non riesca a metter in piedi un governo in tempo per assicurarsi il mese prossimo la seconda tranche del salvataggio internazionale.
Gli investitori sono cauti inoltre sui timori per il socialista François Hollande che ha dichiarato l’intenzione di voler rinegoziare il patto fiscale della zona euro per stimolare al crescita nell’intera area.
La moneta unica è rimasta pressoché invariata dopo i dati ufficiali che hanno mostrato che l’indice di produzione è salito di un destagionalizzato 2,8% a marzo, contro le aspettative di un aumento dello 0,8%, dopo tre cali mensili consecutivi.
L’euro è salito contro la sterlina, ma resta vicino al minimo di 3 anni e mezzo, con EUR/GBP in salita dello 0,11% a 0,8068.
L’euro è piuttosto stabile vicino al minimo di 2 anni e mezzo contro lo yen, con EUR/JPY giù dello 0,41% a 103,83, ma si è mosso poco contro il franco svizzero, ed EUR/CHF in calo dello 0,02% a 1,2011.
Intanto la moneta unica è salita nei confronti dei dollari canadesi australiani e neozelandesi, con
EUR/CAD su dello 0,22% a 1,2989, EUR/AUD in salita dello 0,43% a 1,2851 ed EUR/NZD su dello 0,47% a 1,6498.
Il sentimento sul dollaro australiano ha risentito dei dati che hanno mostrato il terzo calo mensile consecutivo del disavanzo commerciale, con le esportazioni di materie prime che continuano a scendere.
Nel corso della giornata il Presidente della BCE, Mario Draghi, terrà un discorso a Francoforte.
Durante la tarda mattinata degli scambi europei, l’euro è sceso contro il dollaro USA, con il cambio EUR/USD in calo dello 0,21%, a 1,3020.
L’euro resta sotto pressione dopo che il principale partito Nuova Democrazia non è riuscito a creare la colazione per formare un governo in seguito alle elezioni del weekend.
Intanto continuano i dialoghi tra i leader politici nel timore che la Grecia non riesca a metter in piedi un governo in tempo per assicurarsi il mese prossimo la seconda tranche del salvataggio internazionale.
Gli investitori sono cauti inoltre sui timori per il socialista François Hollande che ha dichiarato l’intenzione di voler rinegoziare il patto fiscale della zona euro per stimolare al crescita nell’intera area.
La moneta unica è rimasta pressoché invariata dopo i dati ufficiali che hanno mostrato che l’indice di produzione è salito di un destagionalizzato 2,8% a marzo, contro le aspettative di un aumento dello 0,8%, dopo tre cali mensili consecutivi.
L’euro è salito contro la sterlina, ma resta vicino al minimo di 3 anni e mezzo, con EUR/GBP in salita dello 0,11% a 0,8068.
L’euro è piuttosto stabile vicino al minimo di 2 anni e mezzo contro lo yen, con EUR/JPY giù dello 0,41% a 103,83, ma si è mosso poco contro il franco svizzero, ed EUR/CHF in calo dello 0,02% a 1,2011.
Intanto la moneta unica è salita nei confronti dei dollari canadesi australiani e neozelandesi, con
EUR/CAD su dello 0,22% a 1,2989, EUR/AUD in salita dello 0,43% a 1,2851 ed EUR/NZD su dello 0,47% a 1,6498.
Il sentimento sul dollaro australiano ha risentito dei dati che hanno mostrato il terzo calo mensile consecutivo del disavanzo commerciale, con le esportazioni di materie prime che continuano a scendere.
Nel corso della giornata il Presidente della BCE, Mario Draghi, terrà un discorso a Francoforte.