Investing.com - La sterlina riduce i guadagni contro il dollaro questo mercoledì, dopo l’ultimo report sull’occupazione britannica che ha rivelato che, sebbene il tasso di disoccupazione sia sceso al minimo dall’inizio del 2008, il tasso di crescita degli stipendi è rallentato.
Il cambio GBP/USD si attesta a 1,5140 da circa 1,5167 segnato prima del report.
L’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3% nel trimestre terminato a settembre, il minimo dal trimestre conclusosi nell’aprile del 2008. Gli economisti avevano previsto che il tasso di disoccupazione restasse invariato al 5,4%.
Il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione è salito di 3.300 unità ad ottobre, rispetto alle previsioni di un aumento di 1.500 unità.
Gli stipendi, inclusi i bonus sono aumentati del 3,0% nel trimestre terminato a settembre, secondo l’ONS, in linea con l’aumento del trimestre precedente e meno del 3,2% previsto.
Escludendo i bonus, gli stipendi sono aumentati del 2,5%, al di sotto del previsto aumento del 2,7% e dopo l’incremento del 2,8% del trimestre conclusosi ad agosto.
La Banca d’Inghilterra ha reso noto che terrà d’occhio la crescita degli stipendi prima di decidere la tempistica dell’aumento dei tassi di interesse, il primo dal 2007.
Il biglietto verde resta forte dopo i dati sull’occupazione statunitense della scorsa settimana che hanno alimentato le aspettative che la Federal Reserve possa alzare i tassi di interesse in occasione del vertice di dicembre.
Il report inaspettatamente incoraggiante ha messo ulteriormente in evidenza la differenza tra la politica monetaria adottata dalla Fed e quella scelta dalle altre banche centrali.
La sterlina è pressoché invariata contro l’euro, con la coppia EUR/GBP a 0,7099 da circa 0,7081 segnato prima dei dati.
Nelle ultime sedute, la moneta unica è andata sotto pressione tra le crescenti aspettative che la Banca Centrale Europea possa introdurre nuove misure a sostegno della crescita dell’economia e dei prezzi nella zona euro prima della fine dell’anno.
La moneta unica resta sulla difensiva inoltre dal momento che la crisi della zona euro è tornata sotto i riflettori: ieri il governo del Portogallo è caduto e la Grecia sta facendo fatica a soddisfare le richieste dei creditori.
Il governo portoghese è caduto dopo meno di due settimane dalla salita al potere; l’opposizione di sinistra, contraria alle rigide misure di austerity, ha infatti bocciato le proposte politiche in parlamento.
Intanto, Atene ha solo una settimana per approvare le nuove riforme sui cosiddetti “non-performing loans” prima di poter accedere alla prossima tranche di aiuti da 2 miliardi di euro.