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Rame in salita del 2% dopo i dati manifatturieri di Cina e zona euro

Pubblicato 22.08.2013, 11:23
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Investing.com - I futures del rame sono in forte ripresa questo giovedì, dopo il rilascio di dati manifatturieri piuttosto forti provenienti da Cina e zona euro, che hanno alimentato la domanda per il metallo prezioso.

I prezzi sono scesi lo scorso mercoledì dopo i verbali del vertice della Federal Reserve di luglio che hanno indicato un appoggio per il ridimensionamento.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures del rame con consegna a settembre sono stati scambiati a 3,362 dollari la libbra nella mattinata europea, in salita dell’1,7% sulla giornata.

I prezzi Nymex sono precedentemente saliti dell’1,8% al massimo della seduta di 3,368 dollari la libbra. Il contratto di settembre si è attestato ieri a 3,306 dollari la libbra, in calo dello 0,95%.

Supporto a 3.287 dollari la libbra, minimo di mercoledì e resistenza a 3,379 dollari la libbra, massimo del 16 agosto.

I futures sono saliti dopo i dati rilasciati in Cina che hanno alimentato i timori di un rallentamento della seconda economia mondiale.

I dati di giovedì hanno mostrato che la lettura preliminare dell’indice manifatturiero cinese HSBC sono saliti al massimo di quattro mesi di 50,1 ad agosto, dal 47,7 di giugno. Gli economisti avevano previsto una lettura di 48,3.

Il dato è salito sopra il 50,0 per la prima volta da aprile, indicando una certa espansione nell’attività manifatturiera.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame ed ha rappresentato il 40% del consumo mondiale dello scorso anno ed i dati del settore manifatturiero sono utilizzati come indicatori del futuro consumo di rame.

Intanto i dati positivi della zona euro hanno alimentato l’ottimismo per le previsioni della domanda.


L’indice dei servizi PMI della zona euro è salito al massimo di 24 mesi di 51,0 da 49,8 di luglio, contro le aspettative di una lettura di 50,2.

L’indice PMI della zona euro è salito al massimo di 25 mesi di 52,0, mentre l’indice PMI dei servizi è salito al massimo di sei mesi di 52,4.

L’Europa è la regione che occupa il terzo posto per il consumo nella domanda globale del metallo industriale.

L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,25%, a 81,55, staccandosi dai precedenti minimi di 80,92.

Un dollaro più forte pesa solitamente sull’oro, poiché riduce l’attrattiva del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari delle altre valute.

I traders dell’oro attendono il rilascio dei dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nel corso della giornata.

Sul Comex, l’oro con consegna a dicembre è rimasto invariato a 1.369,70 dollari l’oncia troy, mentre l’argento con consegna a settembre è salito dello 0,6% a 23,10 dollari l’oncia troy.

L’andamento dei prezzi dell’oro quest’anno ha seguito le aspettative verso una eventuale conclusione anticipata del programma di stimolo monetario da parte della banca centrale statunitense.

Sono attesi inoltre i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nel corso della giornata.

I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dai traders dell’oro , in quanto mostrano se si rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.

Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.

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