Investing.com - Il dollaro segna un nuovo massimo di otto settimane negli scambi della mattinata europea di questo martedì, la notizia di un accordo per evitare un nuovo blocco delle attività amministrative USA è stato eclissato dal persistere dei timori per lo scontro commerciale USA-Cina e da altre notizie ribassiste in Europa.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre principali valute, sale per il nono giorno consecutivo dopo che il capo della banca centrale tedesca Jens Weidmann ha avvertito che la zona euro non è ancora “a prova di crisi”.
Con l’aumento di uno dei rischi più ovvi per l’economia USA, il dollaro resta la principale valuta meglio supportata dalla crescita a breve termine e dalle dinamiche dei tassi di interesse. L’euro, la sterlina e lo yen sono invece in difficoltà nel costruire uno slancio, dati i problemi delle loro economie.
“Valutiamo a circa uno a tre il rischio di una recessione ‘tecnica’ (nella zona euro), scrive in una nota Ken Wattret, capo economista europeo di IHS Markit.
Tuttavia, sottolinea che “una grave recessione resta improbabile, dal momento che sono assenti i fattori scatenanti soliti, come l’inasprimento della politica monetaria e lo stress finanziario”.
La sterlina tocca un nuovo minimo di tre settimane nella notte, proseguendo la discesa cominciata sulla scia dei dati che hanno rivelato un’economia britannica quasi in stallo mentre si avvicina la data di uscita dall’Unione Europea.
Tuttavia, ha recuperato parte delle perdite stamattina, attestandosi a 1,2871.
I riflettori saranno puntati sulla Swedish corona svedese nel corso della giornata, con i mercati in attesa di capire se la Riksbank ritiene ancora di poter alzare i tassi di interesse quest’anno. La corona è crollata del 3% finora quest’anno, con il peggioramento delle prospettive economiche, e non è lontana dal minimo di 10 anni di gennaio.
Intanto, lo yuan cinese è in ripresa dopo il calo di ieri, mentre la coppia USD/JPY tocca un nuovo massimo del 2019 di 110,66, prima di attestarsi a 110,58.