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Oro sopra i 1.310 dollari al massimo di 22 mesi dopo la Fed e la BoJ

Pubblicato 16.06.2016, 08:43
© Reuters. L’oro supera i 1.310 dollari e tocca il massimo di 22 mesi
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Investing.com - I futures dell’oro schizzano al massimo dall’agosto del 2014 negli scambi europei di questo giovedì, mentre gli investitori assimilano le ultime decisioni di politica monetaria della Federal Reserve e della Banca del Giappone.

La Fed ha lasciato i tassi di interesse invariati ieri, ma ha ridotto le aspettative sulla tempistica degli aumenti dei tassi per i prossimi due anni, per via dei timori per le prospettive economiche.

Sebbene la banca centrale USA abbia confermato due aumenti dei tassi per quest’anno, le proiezioni aggiornate hanno mostrato che sei membri vorrebbero vedere un aumento quest’anno, mentre a marzo un solo funzionario era di questo parere.
Dalle previsioni della Fed è emerso inoltre che sono attesi almeno quattro aumenti in meno rispetto al previsto nel 2018.

Secondo lo strumento FedWatch del CME Group (NASDAQ:CME), la probabilità di un aumento dei tassi a luglio è pari solo all’8%, rispetto al 20% di ieri, mentre la possibilità di un aumento dei tassi a settembre è pari al 29%. La probabilità di un aumento a dicembre è scesa al 48% dal 59% segnato prima dell’esito della Fed.

Il metallo giallo risente dell’aumento dei tassi di interesse USA. Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti in un breve lasso di tempo.

Intanto, la Banca del Giappone ha lasciato invariata la politica monetaria questa mattina anche se la debole crescita globale e l’inflazione bassa hanno spinto i policymaker a fare di più per far uscire l’economia dalla stagnazione, sostenendo lo yen e pesano sui titoli azionari di Tokyo.

Lo yen è schizzato di quasi il 2% contro il dollaro a 103,96, il massimo dall’agosto del 2014, mentre l’indice Nikkei 225 ha visto un crollo del 3% dopo la decisione della BoJ.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,4% a 94,30, in netto calo dal massimo di ieri di 95,15.

L’indebolimento del dollaro in genere favorisce l’oro, dal momento che aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad agosto schizza al massimo intraday di 1.314,35 dollari l’oncia troy, il massimo di 22 mesi. Alle 06:43 GMT, o alle 2:43 ET il prezzo si è attestato a 1.313,50 dollari, con un balzo di 25,20 dollari, o dell’1,96%.

Il prezzo del metallo prezioso è schizzato di oltre l’8% finora a giugno, poiché si sono ridotte le aspettative sul prossimo aumento dei tassi USA, tra i timori che il Regno Unito possa scegliere di uscire dall’Unione Europea con il referendum della prossima settimana.

Da una serie di recenti sondaggi è emerso che i favorevoli alla Brexit sono in vantaggio in vista del referendum del 23 giugno.

Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a luglio segnano un’impennata di 33,2 centesimi, o dell’1,9%, a 17,83 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata londinese, mentre i futures del rame crollano di 2,2 centesimi, o dell’1,05%, a 2,068 dollari la libbra.

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