Investing.com - L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) darà oggi il via ad un vertice di due giorni per definire i dettagli del possibile accordo sui tagli alla produzione di greggio da parte dei paesi membri.
I membri OPEC si incontreranno oggi, mentre per domani è attesa al partecipazioni di alcuni produttori non OPEC invitati per continuare i dialoghi.
L’OPEC ha formalmente invitato 12 paesi non appartenenti al cartello: Russia, Azerbaijan, Kazakistan, Oman, Egitto, Bahrein, Colombia, Messico, Trinidad e Tobago, Bolivia, Norvegia e Canada.
Russia, Kazakistan and Messico avrebbero confermato la loro partecipazione, mentre la Norvegia avrebbe deciso di non partecipare.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha deciso di ridurre la produzione ad un range tra 32,5-33,0 milioni di barili al giorno, nell’ambito dei lavori della Forum sull’energia tenutosi in Algeria il mese scorso.
L’accordo di settembre è stato raggiunto in seguito al crollo dei prezzi del greggio, che dai 110 dollari al barile della metà del 2014 è sceso sotto i 50 dollari al barile.
La commissione tecnica che si riunirà a Vienna quest’oggi è incaricata di stabilire i volumi per ogni paese OPEC, mentre per la giornata di domani sono previsti dialoghi con i paesi non-OPEC partecipanti.
Gli analisti sono scettici non soltanto sulla possibilità di definire i dettagli dell’accordo, ma anche sulla possibilità che i singoli paesi rifiutino le quote imposte.
Un terzo dei membri OPEC non parteciperà.
L’Iraq, il secondo produttore OPEC dopo l’Arabia Saudita, ha ribadito durante lo scorso weekend che sarà esente da qualsiasi accordo per la riduzione della produzione in quanto necessita di fondi provenienti dal petrolio per continuare a finanziare la guerra contro il sedicente Stato Islamico.
L’Iraq ha sostenuto che la propria posizione sia simile a quella di Nigeria e Libia, entrambi esentati dall’accordo di Algeri a causa dei conflitti in corso che hanno colpito gli impianti petroliferi.
Secondo alcune fonti l’Iraq sarebbe disposto unicamente a congelare la produzione ai livelli di settembre. Tuttavia, il paese ha riportato una produzione di 4,78 milioni di barili al giorno il mese scorso, mentre l’OPEC vorrebbe portare il totale a 4,46 milioni. La riduzione della produzione si basa sulle previsioni OPEC.
Falah Al-Amri, vertice della compagnia a partecipazione statale State Oil Marketing Organization (SOMO), avrebbe dichiarato che il paese ha superato i 4,7 milioni di barili al giorno e non tornerà indietro.
Considerando anche il fatto che l’Iran ha dichiarato che non ridurrà la produzione finché non raggiungerà i livelli pre-sanzioni di 4 milioni di barili al giorno, si deduce che circa un terzo della produzione OPEC totale non parteciperà a nessun accordo.
L’OPEC rimane ottimista sulla definizione dell’accordo
Si continua tuttavia a sperare che i produttori riescano a firmare un accordo dopo che l’Arabia Saudita e gli alleati del Golfo hanno dichiarato di voler ridurre il 4% della produzione massima, è quanto avrebbero dichiarato i ministri dell’energia all’omologo russo secondo una notizia diffusa ieri da Reuters.
La notizia suggerisce che, data la non disponibilità dei paesi sopra menzionati, L’Arabia Saudita dovrà decidere se voler fare un’ulteriore concessione per chiudere l’accordo.
Inoltre, dopo l’incontro della scorsa settimana tra il ministro del petrolio del Venezuela Eulogio del Pino e la controparte russa Alexander Novak, nel quale si è discusso dei progressi dell’accordo, il ministro russo ha dichiarato:
"Si è discusso sulla partecipazione degli stati OPEC e dei paesi indipendenti all’accordo sul congelamento della produzione, per il quale si stanno elaborando diverse versioni."
La dichiarazione è giunta dopo che RIA Novosti lunedì ha dichiarato che secondo una “fonte del cartello” “l’accordo è pronto al 90%".
La fonte avrebbe aggiunto che non ci sono "particolari disaccordi" tra i membri del cartello.
Inoltre, il segretario generale dell’OPEC, Mohammed Barkindo si è mostrato ottimista verso un eventuale accordo.
Il 18 ottobre Barkindo ha dichiarato di prevedere che "la struttura principale dell’accordo sarà pronta" per il vertice ufficiale del 30 novembre, durante il quale si prevede vengano finalizzate le singole quote di produzione.
In attesa degli sviluppi da Vienna, il petrolio è in calo. Il greggio USA è in calo dello 0,32% a 49,56 dollari al barile alle 3:08AM ET (7:08GMT), mentre il greggio Brent è sceso dello 0,28% a 50,33 dollari al barile.