Investing.com - Il prezzo del rame crolla questo martedì, mentre i riflettori sono ancora puntati sull’eventuale default della Grecia e sulla conseguente uscita del paese dalla zona euro.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a settembre crolla di 3,2 centesimi, o dell’1,2%, a 2,602 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea, dopo aver toccato il minimo della seduta di 2,596 dollari, il minimo dal 25 giugno. Supporto a 2,590 dollari, il minimo dal 25 giugno, e resistenza a 2,655 dollari, il massimo dal 29 giugno.
Per oggi è prevista la scadenza del programma di salvataggio della Grecia e senza un nuovo pacchetto di emergenza Atene quasi certamente non riuscirà ad effettuare il pagamento di 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale da versare sempre entro oggi.
Un default della Grecia farebbe scatenare i timori per la solvibilità del paese ed i dubbi per la condizione delle banche greche ed il collaterale che usano per i prestiti della Banca Centrale Europea.
Ieri la Grecia ha bloccato il sistema bancario e le banche resteranno chiuse per sei giorni dopo che la BCE ha deciso di non prorogare i fondi di salvataggio.
Sabato, Atene ha lasciato il tavolo delle trattative con i creditori ed il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha indetto a sorpresa un referendum, che si terrà il 5 luglio, per decidere se accettare o meno i termini proposti dai creditori per l’estensione del piano di salvataggio del paese.
La richiesta del governo greco di estendere il piano di salvataggio fino a dopo il referendum è stata rifiutata dai ministri delle finanze europei.
La vittoria dei “sì” al referendum significherebbe che i greci accettano le riforme proposte dai creditori, mentre se dovessero vincere i “no” la Grecia potrebbe essere costretta ad uscire dal blocco della moneta unica.
L’euro scende dello 0,75% a 1,1152, riavvicinandosi al minimo di un mese di 1,0953 segnato ieri dopo la notizia del peggioramento della crisi greca.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,45% a 95,51, sostenuto dall’indebolimento dell’euro.
Sempre sul Comex, i futures dell’oro con consegna ad agosto scendono di 3,00 dollari, o dello 0,25% a 1.176,00 dollari l’oncia troy, mentre i futures dell’argento con consegna a settembre sono in calo di 2,7 centesimi, o dello 0,17%, a 15,66 dollari l’oncia.
Nelle ultime settimane sul prezzo dell’oro hanno pesato le notizie che l'economia statunitense sta riprendendo lo slancio dopo un’ondata di indebolimento, facendo sperare in un aumento dei tassi di interesse nel corso dell’anno.
I dati rilasciati ieri hanno mostrato che le vendite di case in corso negli Stati Uniti hanno subito un'impennata al massimo dal 2006 a maggio.
Le speranze di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, dal momento che il metallo prezioso fatica a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti pubblicheranno il report sulla fiducia dei consumatori per il mese di giugno.