WASHINGTON (Reuters) - Nel 2020 la pandemia ha segnato un'inversione di rotta nel costante declino degli squilibri globali delle partite correnti con l'ingente spesa per gli aiuti in deficit che si è accompagnata a più ampi gap commerciali per le forniture mediche e al crollo della domanda di greggio e di viaggi.
È la fotografia scattata dal Fondo monetario internazionale (Fmi) nel suo annuale External Sector Report.
Il rapporto ha mostrato come nel 2020 i deficit e gli avanzi delle partite correnti si siano allargati fino al 3,2% della produzione economica globale, rispetto al 2,8% registrato nel 2019.
Questi divari sono destinati ad allargarsi ulteriormente nel corso del 2021 fino a quasi il 3,4% del Pil globale, prima di ridursi a circa il 2,5% con il calo dei deficit di bilancio negli Stati Uniti e negli altri paesi più avanzati, e la normalizzazione degli scambi commerciali.
Secondo l'Fmi, le valute di riserva si sono apprezzate all'inizio del 2020 quando il Covid-19 ha cominciato a diffondersi, ma hanno subito un deprezzamento da metà marzo dello scorso anno grazie al sostegno politico alla gestione dell'emergenza e alle notizie positive sulla distribuzione dei vaccini.
Nonostante ciò, una stima contenuta all'interno del rapporto mostra una sopravvalutazione del dollaro di circa l'8,2%, sulla base dei fondamentali economici degli Stati Uniti. Nel 2019 il dalla stessa valutazione dell'Fmi scaturiva una sopravvalutazione di circa l'11%.
(Tradotto da Agnese Stracquadanio in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, agnese.stracquadanio@thomsonreuters.com, +48587696613)