Investing.com – Il dollaro statunitense rimane misto contro le principali controparti oggi, nell'attesa del rilascio di dati sull'attività manifatturiera statunitense, mentre i timori sulla crisi del debito spagnolo continuano a pesare sulla fiducia dei traders.
Durante il pomeriggio degli scambi europei il dollaro è sceso contro l’euro, con EUR/USD in salita dello 0,18% a 1,3263.
Si prevede un basso volume di scambi, visto che i mercati in Francia, Germania e Italia e resteranno chiusi per feste nazionali.
L'euro si è indebolito dopo i dati ufficiali di ieri che hanno confermato la recessione in atto in Spagna nel primo trimestre, dati che hanno alimentato i timori che le misure di austerità possano inficiare la crescita economica nella zona euro.
Intanto gli investitori restano cauti evitando di spingere la moneta unica troppo in alto, in attesa delle elezioni del prossimo week end in Grecia e Francia e del meeting della BCE di giovedì.
Il biglietto verde è salito contro la sterlina, con GBP/USD in calo dello 0,09% a 1,6221.
La sterlina è andata sotto pressione dopo i dati che mostrano un calo dell'indice Markit PMI manifatturiero, sceso a 50,5 ad aprile, da un 51,9 rivisto al ribasso di marzo, ma è rimasto al di sopra del 50,0 che separa la crescita dalla contrazione.
Gli analisti avevano previsto un calo dell'indice a 51,4 lo scorso mese.
Il report ha ampliato i già esistenti timori sulla crescita dell'economia britannica, dopo i dati della scorsa settimana che hanno mostrato che l'economia è entrata in recessione nel primo trimestre.
Il dollaro è stabile contro lo yen ma è sceso contro il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,01% a 79,82, e USD/CHF in calo dello 0,18% a 0,9058.
Lo yen ha trovato sostegno anche dalle nuove misure di allentamento annunciate da parte della Banca del Giappone, in linea con le aspettative del mercato.
Intanto il biglietto verde è stabile nei confronti della controparte canadese ma è salito nettamente contro i cugini australiani e neozelandesi, con USD/CAD su dello 0,01% a 0,9872, AUD/USD in calo dell'1,04% a 1,0321 e NZD/USD giù dello 0,62% a 0,8134.
Il dollaro australiano si è indebolito dopo le dichiarazioni della Reserve Bank of Australia, la quale ha annunciato una riduzione dei assi al 3,75% dal 4,25%, a seguito del meeting di politca monetaria. Si tratta del maggiore taglio dei tassi dall'inizio del 2010, e rappresenta un tentativo di spingere l'economia del paese legata alle materie prime.
Le valute legate all'export hanno trovato il supporto dai dati ufficiali che mostrano che l'indice dell'attività manifatturiera cinese è salito al massimo di 13 mesi a 53,3 ad aprile, dai 53,1 dello scorso mese. Le previsioni vedevano una lettura di 53,6.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,13% a 78,76.
Nel corso della giornata negli Stati Uniti l'ISM rilascerà un attesissimo report sull'attività manifatturiera.
Durante il pomeriggio degli scambi europei il dollaro è sceso contro l’euro, con EUR/USD in salita dello 0,18% a 1,3263.
Si prevede un basso volume di scambi, visto che i mercati in Francia, Germania e Italia e resteranno chiusi per feste nazionali.
L'euro si è indebolito dopo i dati ufficiali di ieri che hanno confermato la recessione in atto in Spagna nel primo trimestre, dati che hanno alimentato i timori che le misure di austerità possano inficiare la crescita economica nella zona euro.
Intanto gli investitori restano cauti evitando di spingere la moneta unica troppo in alto, in attesa delle elezioni del prossimo week end in Grecia e Francia e del meeting della BCE di giovedì.
Il biglietto verde è salito contro la sterlina, con GBP/USD in calo dello 0,09% a 1,6221.
La sterlina è andata sotto pressione dopo i dati che mostrano un calo dell'indice Markit PMI manifatturiero, sceso a 50,5 ad aprile, da un 51,9 rivisto al ribasso di marzo, ma è rimasto al di sopra del 50,0 che separa la crescita dalla contrazione.
Gli analisti avevano previsto un calo dell'indice a 51,4 lo scorso mese.
Il report ha ampliato i già esistenti timori sulla crescita dell'economia britannica, dopo i dati della scorsa settimana che hanno mostrato che l'economia è entrata in recessione nel primo trimestre.
Il dollaro è stabile contro lo yen ma è sceso contro il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,01% a 79,82, e USD/CHF in calo dello 0,18% a 0,9058.
Lo yen ha trovato sostegno anche dalle nuove misure di allentamento annunciate da parte della Banca del Giappone, in linea con le aspettative del mercato.
Intanto il biglietto verde è stabile nei confronti della controparte canadese ma è salito nettamente contro i cugini australiani e neozelandesi, con USD/CAD su dello 0,01% a 0,9872, AUD/USD in calo dell'1,04% a 1,0321 e NZD/USD giù dello 0,62% a 0,8134.
Il dollaro australiano si è indebolito dopo le dichiarazioni della Reserve Bank of Australia, la quale ha annunciato una riduzione dei assi al 3,75% dal 4,25%, a seguito del meeting di politca monetaria. Si tratta del maggiore taglio dei tassi dall'inizio del 2010, e rappresenta un tentativo di spingere l'economia del paese legata alle materie prime.
Le valute legate all'export hanno trovato il supporto dai dati ufficiali che mostrano che l'indice dell'attività manifatturiera cinese è salito al massimo di 13 mesi a 53,3 ad aprile, dai 53,1 dello scorso mese. Le previsioni vedevano una lettura di 53,6.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,13% a 78,76.
Nel corso della giornata negli Stati Uniti l'ISM rilascerà un attesissimo report sull'attività manifatturiera.