Investing.com - I futures dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura in forte rialzo questo martedì, mentre i mercati si riprendono dopo il selloff di ieri scatenato dalla situazione in Cina.
Negli scambi della mattinata newyorkese, i futures Dow blue chip schizzano di 492 punti, o del 3,13%, i futures S&P 500 sono in salita di 62 punti, o del 3,28%, mentre i futures Nasdaq 100 subiscono un’impennata di 145 punti, o del 3,62%.
Ieri, l’indice Dow ha perso 589 punti, mentre l’indice S&P è sceso di 80 punti in territorio negativo, tra i timori di un indebolimento economico globale sulla scia della Cina.
Per quanto riguarda i dati, gli Stati Uniti pubblicheranno i dati del settore privato sulla fiducia dei consumatori e il report sulle vendite di case nuove alle 10:00 ET.
In Europa, il tedesco DAX ha subito un’impennata di oltre il 3% questa mattina, mentre il francese CAC 40 ed il londinese FTSE 100 subiscono un’impennata di quasi il 3%, dopo il selloff peggiore degli ultimi sette anni registrato ieri.
Ieri i titoli azionari globali sono crollati poiché i timori per un indebolimento economico globale causato dalla Cina hanno messo in guardia i traders e ridotto la propensione al rischio.
I timori per l’economia cinese sono aumentati in seguito al crollo di stamane di quasi il 7% dell’indice Shanghai Composite, che ha chiuso sotto il livello chiave di 3000 e che ieri ha registrato il peggiore calo giornaliero dal febbraio del 2007.
Gli investitori continuano a non preferire i titoli cinesi, delusi dalla decisione di Pechino di non adottare nuove misure di stimolo a sostegno dei mercati.
I titoli azionari cinesi sono crollati di quasi il 30% nelle ultime due settimane tra i timori che l’economia cinese possa continuare ad indebolirsi e che Pechino possa decidere di deprezzare ulteriormente lo yuan.
I crolli sui mercati finanziari sono seguiti alla decisione della Cina di svalutare lo yuan l’11 agosto, decisione che ha scatenato un selloff dei titoli azionari, delle materie prime e degli investimenti dei mercati emergenti.
Intanto, i futures del greggio sono in salita questo martedì, dopo aver segnato ieri i crolli peggiori dalla crisi finanziaria del 2009, dal momento che i titoli europei e quelli statunitensi sono al rialzo in seguito al forte selloff della seduta precedente.
Il greggio USA subisce un’impennata del 3% a 39,37 dollari al barile, mentre il Brent schizza del 2,85% a 43,91 dollari al barile.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,35% a 93,70 questa mattina.
Il dollaro è crollato di quasi il 2% stamane al minimo di sette mesi di 92,52, a causa dell’incertezza legata alle prospettive di crescita globale e delle previsioni di inflazione bassa negli Stati Uniti che hanno spinto gli investitori a rinviare le aspettative sul primo aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.
Alcuni operatori dei mercati ritengono che la banca centrale USA potrebbe rinviare l’aumento dei tassi a dicembre, dal momento che molti funzionari temono per l’indebolimento della crescita globale e per le pressioni inflazionarie dovute alla svalutazione shock della valuta cinese ed al crollo del prezzo del greggio.