MILANO (Reuters) - Il prezzo medio di acquisto dell'energia elettrica è sceso drasticamente nel 2013, attestandosi a un valore di 62,99 euro per Mwh, pari a una contrazione del 16,6%, sui minimi dal 2006, interrompendo così una tendenza rialzista pluriennale che andava avanti dal 2005.
E' quanto emerge dalla presentazione della relazione annuale del gestore dei mercati energetici, il Gme, presentata oggi a Roma.
Il dato mostra una evoluzione analoga a quella delle quotazioni di molte borse elettriche europee, che non abbandonano il sentiero di decrescita intrapreso nel 2012 e assume proporzioni anche più significative se si guarda al primo trimestre 2014, con un prezzo di 52,39 euro per MWh al minimo di sempre, e ancor più se si guarda al prodotto baseload annuale 2015 che scende a 51,8 euro per MWh, si legge nella relazione.
"Se guardiamo al contesto italiano – afferma l'AD del Gme, Massimo Ricci – risulta evidente la riduzione del divario con il centro Europa, legata alla riduzione dei prezzi di gas e rinnovabili".
Il fattore decisivo nello spingere al ribasso i prezzi è il canbiamento di ancoraggio del prezzo spot power, sempre meno legato alle tradizionali formule gas di lungo termine. Dal punto di vista dei volumi, si registra il calo dei consumi finali (317 TWh, -3%), tornati su livelli inferiori al 2003.
Non meno rilevanti si sono dimostrati i cambiamenti nel settore gas per i quali, osserva Ricci, "si può confermare il trend di convergenza con l'Europa, sempre al netto dei costi di trasporto, con prezzi in discesa e crescita dei volumi.
(Giancarlo Navach)
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