di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Nel giorno dell'annuncio del nuovo Def "senza tagli e senza tasse", la borsa ha conosciuto nuovi massimi, con Milano tornata a valori pre gennaio 2011, cioè prima dei mesi bui della nostra economia.
Questa volta c'entrano poco gli annunci roboanti di Matteo Renzi. A sostenere le borse, non solo in Italia, ieri è stata la mega offerta di FedEx sul colosso europeo dei pacchi Tnt, ed oggi in particolare gli energetici scontano gli effetti dell'accordo da 47 miliardi di sterline della Shell per acquisire Bg.
Fattori "esogeni", come ha detto Renzi ieri, ma ai quali il nostro sistema aziendale non è certo un Cast away, naufrago estraneo e fuori dalla rotte. Non sono solo le banche a essere in prima linea nel risiko dei M&A, ma un po' tutto il reticolo di aziende italiane si trova su un mercato inondato di liquidità e di voglia di affari.
Molti settori in prima fila sono fra quelli considerati strategici, ad iniziare dalle tlc e comunque quelli delle grandi reti, poi il lusso e l'alimentare, entrambi fiori all'occhiello dell'Italia nel mondo.
Non è un caso che fra i più stretti consiglieri del presidente del Consiglio figurino uomini di prima linea su questi fronti: da Marco Carrai ad Andrea Guerra o il vicesegretario di palazzo Chigi, Raffaele Tiscar. La politica industriale è una delle priorità di questo governo, non solo per vocazione, ma per le urgenze della congiuntura.