Investing.com – I futures del petrolio greggio sono al massimo di una settimana questo lunedì, nella speranza che Pechino possa presto introdurre nuove misure di stimolo per la seconda economia mondiale.
I guadagni sono limitati dall’incertezza sul futuro del programma di stimolo della Federal Reserve.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono saliti a 106,02 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,05%.
Supporto a 103,63 dollari al barile, minimo di venerdì e resistenza a 107,23 dollari al barile, il massimo dal 6 agosto.
Venerdì il contratto di settembre si è attestato a 105,97 dollari al barile, in salita del 2,5% , dopo i dati economici cinesi che hanno allentato i timori per la seconda economia mondiale.
I dati ufficiali hanno mostrato che la produzione industriale è salita più del previsto a luglio, mentre i l’IPC è rimasto invariato.
Il sentimento dei mercati ha ricevuto un ulteriore spinta dopo che il quotidiano di Hong Kong, il South China Morning Post, ha riportato che Pechino sta “tacitamente offrendo stimolo finanziario” alle città e alle province cruciali per supportare la crescita economica.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed ha rappresentato un traino per la domanda.
La nazione asiatica ha importato 26,11 milioni di tonnellate metriche a luglio, il 20% in più dello stesso periodo nello scorso anno.
Gli investitori attendono i dati di martedì sulle vendite al dettaglio, nonché il discorso del presidente della Fed nel corso della settimana.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se si rafforzano o indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.
L’allentamento quantitativo è della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono scesi dello 0,45% a 107,72 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 1,70 dollari al barile.
I guadagni sono limitati dall’incertezza sul futuro del programma di stimolo della Federal Reserve.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono saliti a 106,02 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,05%.
Supporto a 103,63 dollari al barile, minimo di venerdì e resistenza a 107,23 dollari al barile, il massimo dal 6 agosto.
Venerdì il contratto di settembre si è attestato a 105,97 dollari al barile, in salita del 2,5% , dopo i dati economici cinesi che hanno allentato i timori per la seconda economia mondiale.
I dati ufficiali hanno mostrato che la produzione industriale è salita più del previsto a luglio, mentre i l’IPC è rimasto invariato.
Il sentimento dei mercati ha ricevuto un ulteriore spinta dopo che il quotidiano di Hong Kong, il South China Morning Post, ha riportato che Pechino sta “tacitamente offrendo stimolo finanziario” alle città e alle province cruciali per supportare la crescita economica.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed ha rappresentato un traino per la domanda.
La nazione asiatica ha importato 26,11 milioni di tonnellate metriche a luglio, il 20% in più dello stesso periodo nello scorso anno.
Gli investitori attendono i dati di martedì sulle vendite al dettaglio, nonché il discorso del presidente della Fed nel corso della settimana.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dagli investitori, in quanto mostrano se si rafforzano o indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.
L’allentamento quantitativo è della Fed considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a settembre sono scesi dello 0,45% a 107,72 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 1,70 dollari al barile.