di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Il comitato di redazione del Corriere della sera chiede al nuovo cda e ai soci di Rcs Mediagroup "di procedere nel più rapido tempo possibile all'indicazione del nuovo direttore, così da poter attivare la procedura di nomina come regolato dagli accordi vigenti del 1977". E aggiunge le caratteristiche che dovrà avere il successore di Ferruccio de Bortoli: autorevole e indipendente, con mandato pieno, non a termine e a salvaguardia dell'occupazione.
Sembrano tornati i tempi del sindacato di Raffaele Fiengo che faceva e disfaceva direttori e dettava la linea politica del giornale. E' solo un'apparenza però, accentuata dalla confusione che regna dal punto di vista azionario. La lista di maggioranza all'assemblea di oggi esprime una realtà composita: da una parte un primo socio, la Fiat di John Elkann, che non ha la forza per imporre il proprio potere e che quasi la totalità degli altri non vuole che si rafforzi ulteriormente; un vecchio dominus della situazione, Giovanni Bazoli, che è espressione di un socio in uscita e duramente contestato da Diego Della Valle che a lungo ha cercato a sua volta di costruire nuovi equilibri e ora pare invece verso il disimpegno; un editore "puro" quale Urbano Cairo che sgomita per entrare ma viene tenuto fuori dalla stanza dei bottoni e abbandonato nel suo tentativo di costruire equilibri alternativi alla maggioranza; altri soci storici in uscita.
Eppure il gruppo capitalizza circa 600 milioni e fa gola a molti: un forte potere a prezzi relativamente modici. Ma i veti incrociati continuano a farne un fortino inespugnabile. E anche la battaglia per la nomina del nuovo direttore potrebbe non essere espressione di nuovi equilibri, ma avere esito precario. Con buona pace del cdr, il Corriere resta specchio del Paese.
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