Investing.com - Il dollaro è pressoché invariato contro le altre principali valute questo mercoledì, le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord pesano sul sentimento dei mercati mentre i recenti dati positivi USA continuano a supportare il biglietto verde.
Il cambio USD/JPY scende dello 0,53% al minimo di due mesi di 109,74 dopo che il Presidente Donald Trump ha avvertito la Corea del Nord che “andrà incontro a fuoco e furia” se continuerà con le sue minacce.
Pyongyang ha reso noto che sta “esaminando con attenzione” un piano per attaccare Guam, dove si trova una base militare statunitense.
Intanto, la coppia USD/CHF segna un crollo dell’1,03% a 0,9643 ed il cambio EUR/CHF crolla dell’1,16% a 1,1314.
Il crollo dello swissie contro l’euro rappresenta il movimento giornaliero più brusco da quando la Banca Nazionale Svizzera ha sconvolto i mercati con l’annuncio della rimozione del gancio monetario con l’euro nel gennaio del 2015.
Il dollaro sale contro l’euro, con il cambio EUR/USD in calo dello 0,16% a 1,1733, mentre la coppia GBP/USD va su dello 0,10% a 1,3003.
Il biglietto verde resta supportato dai dati di ieri che hanno alimentato l’ottimismo per la forza del mercato del lavoro USA, ottimismo scatenato dal report positivo di venerdì sull’occupazione non agricola.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ieri ha reso noto infatti che il numero dei posti di lavoro disponibili, escluso il settore agricolo, si è attestato al massimo storico di 6,163 milioni di unità a giugno dai 5,702 milioni del mese prima.
Il dato positivo fa sperare che la Federal Reserve possa tenere fede all’impegno di alzare i tassi di interesse per la terza volta quest’anno.
Gli investitori attendono ora i report sull’inflazione statunitense nel corso della settimana per avere indicazioni circa la possibilità che la ripresa del dollaro sia sostenibile a lungo termine.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in calo, con la coppia AUD/USD giù dello 0,34% a 0,7887 ed il cambio NZD/USD che scende dello 0,08% a 0,7324.
Stamane, l’Assistente Governatore della Reserve Bank of Australia Christopher Kent ha affermato che il recente apprezzamento dell’aussie riflette principalmente il calo del dollaro statunitense come conseguenza della riduzione del cosiddetto “Trump Trade”.
La scorsa settimana, il Governatore della RBA Philip Lowe ha avvertito che l’aumento del dollaro australiano è diventato una minaccia per la crescita, l’inflazione e l’occupazione.
Pochi giorni dopo, la banca centrale ha tagliato le previsioni sulla crescita australiana al 2,5% dal 3,0% per il 2017.
Intanto, il cambio USD/CAD sale dello 0,08% a 1,2676, non lontano dal massimo di tre settimane di lunedì di 1,2714.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 93,44, restando vicino al massimo di una settimana di venerdì di 93,64.