Investing.com - La sterlina è in calo contro il dollaro questo mercoledì, dopo la decisione della Banca d’Inghilterra di ridurre le previsioni sulla crescita dei salari comunicando che quest’ultima sarà un fattore chiave nell’eventuale decisione di aumentare i tassi di interesse.
Il cambio GBP/USD è sceso ai minimi della seduta di 1,6719, il minimo dal 4 giugno, contro la
lettura 1,6802 precedente alla pubblicazione dei dati.
Supporto a 1,6690 e resistenza a 1,6815.
Il calo della sterlina ha fatto seguito alla decisione della BoE di ridurre le previsioni per l’aumento degli stipendi nel 2014, portando il dato all’1,25% dal precedente 2,5%. Per il 2015 è previsto un aumento del 3,25% e per il 2016.
La banca ha confermato che l’inizio dell’aumento dei tassi sarà “lento e contenuto”.
La sterlina è scesa dopo il report sull’occupazione del Regno Unito che ha mostrato un calo degli stipendi nel trimestre terminato a giugno.
Il report dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico mostra che la retribuzione media, bonus esclusi è salita solo dello 0,6% nel trimestre terminato a giugno. Includendo invece i bonus si è registrata una contrazione dello 0,2% nel trimestre, il primo calo dal 2009.
Nel Regno Unito il tasso di disoccupazione è sceso del 6,4% nel trimestre terminato a giugno, in linea con le aspettative ed in calo del 6,5% dei tre mesi precedenti.
L’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che il numero delle richieste di sussidio di disoccupazione è sceso di 33.600 unità lo scorso mese, contro il previsto calo di 30.000 unità.
I dati di giugno sono stati rivisti ad un calo di 39.500 unità, da un calo precedentemente riportato di 36.300 unità.
Il cambio EUR/GBP è salito dello 0,39% a 0,7982, staccandosi da 0,7944 toccato precedentemente.
Nella zona euro i dati hanno mostrato oggi un calo inaspettato della produzione industriale a giugno, alimentando i timori per l’instabilità della ripresa nell’area.
Domani nella zona euro saranno rilasciati i report sulla crescita del secondo trimestre e sono previsti dati piuttosto deboli. Il rilascio di dati deboli alimenterebbe ulteriormente la pressione sulla BCE, affinché implementi nuove misure per sostenere la crescita dopo aver tagliato i tassi ai minimi record a giugno.